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“Ha vinto grazie all’establishment economico-finanziario». La dura accusa di Cacciari

Pubblicato il 26/04/2022 21:50

Emmanuel Macron è stato riconfermato dai francesi per la guida del Paese, battendo nuovamente l’avversaria Marine Le Pen. Il ballottaggio è stato intenso e serrato, ma secondo molti l’esito era già “scritto”. Per un motivo e per un altro, è molto raro vedere la “destra” alla guida di un grande Paese europeo, e anche questa volta la tendenza è stata confermata.
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L’establishment economico-finanziario

Massimo Cacciari è tra i più convinti fautori di questa tesi. Raggiunto da Affaritaliani.it, il filosofo ha esposto il suo pensiero in merito ad un esito che non poteva, secondo lui, essere diverso: «La destra non ha alcuna possibilità di affermarsi in un grande Paese europeo come la Francia, l’Italia, la Germania o la Spagna. Nessuna possibilità a prescindere dal sistema elettorale. Almeno fin tanto che si presenteranno personaggi come Marine Le Pen. Le persone europee capiscono perfettamente che altro non farebbero che votare per una crisi di governo. Hanno capito la lezione, sarebbe un voto irragionevole» dice Cacciari a torto o a ragione.
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In Italia situazione similare

Il filosofo, notoriamente orientato a sinistra, sostiene che in Italia la situazione non è dissimile: «non ci sarà mai un esecutivo della sola destra di Meloni e Salvini. Prima, nel 2018, si sono inventati l’alleanza con il M5S e poi il governo con tutti dentro». E ancora: «La gente non è pazza e se vota una Le Pen vota per la crisi. Senza l’appoggio dell’establishment internazionale, Stati Uniti in testa, non si governa un grande Paese europeo». Dunque secondo l’ex sindaco di Venezia, molto dipende dalle potenze economiche e finanziarie, che eserciterebbero un ruolo proattivo nella scelta dei governanti.
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Il problema dell’astensionismo

Per quanto riguarda l’Italia Cacciari pensa che si possano avere solo due esiti: «O vince subito una coalizione Pd e qualche cosa d’altro, con la benedizione di Draghi e Mattarella, oppure si inventano un altro pasticcio come quello del 2018 che dura qualche mese per poi tirare fuori dal coniglio di Draghi o qualcuno come Draghi». Ciò che accumuna politicamente Francia e Italia, di sicuro, è l’astensionismo. Un problema di sfiducia generalizzata che incita le persone a scegliere il cosiddetto “meno peggio”: «Infatti – sottolinea Cacciari – quando le elezioni sono più libere, tra virgolette, come le Europee in Italia, i risultati sono diversi. Lo vedremo anche in Francia, penso che alle Legislative di giugno ci sarà un contraccolpo a favore di Le Pen o della sinistra di Mélenchon».
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Il processo democratico

Una visione abbastanza controversa e cinica quella del filosofo, che di certo non sembra lasciare molto adito ad un sano e legittimo processo democratico. Se è vero che Macron ha ripreso il comando della Francia grazie a certe dinamiche, è anche vero che lo scarto percentuale rispetto alla sua concorrente non è stato poi così ampio.

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