Uno scenario apocalittico quello presentato da uno degli uomini più influenti del pianeta: una crisi finanziaria e geopolitica che porta ad enormi tensioni sociali all’interno delle grandi democrazie Occidentali e sfocia in un conflitto planetario tra Usa e Cina in cui la potenza asiatica mette fine all'”Impero Americano”. Sembra una buona trama per un film su Netflix, invece no. È la nefasta previsione di Ray Dalio, uno dei più grandi investitori di sempre.
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Ci avviamo alla fine dell’Impero Americano
Il fondatore di Bridgewater, il più ricco hedge fund del mondo, analizza nel suo libro “Il Nuovo Ordine Mondiale”, in uscita in Italia, le dinamiche secondo le quali, durante la storia, sono sorti e sono caduti gli imperi. Intervistato da La Repubblica, il ricco statunitense ha lanciato una previsione a dir poco spaventosa. Secondo Dalio, siamo al termine del cosiddetto “Impero Americano”: «Ci sono tre grandi forze che esistono ora che non sono state presenti nelle nostre vite, ma sono esistite molte volte in passato: l’enorme produzione di debito, la stampa di denaro per monetizzare quel debito, e i conflitti interni del populismo di sinistra e di destra causati dagli ampi divari di ricchezza e di valori. Queste forze stanno portando verso una guerra civile e un grande conflitto di potere tra gli Stati Uniti e i loro alleati e la Cina e i suoi alleati. Queste tre cose stanno accadendo simultaneamente. L’ultima volta che è successo è stato tra il 1930 e il 1945. Se guarda le notizie che arrivano mese dopo mese vedrà un movimento verso la combinazione di una crisi finanziaria con un grande conflitto interno e con un grande conflitto esterno», dice l’investitore.
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La bomba potrebbe esplodere presto
Secondo Dalio, il peggio non tarderà troppo ad arrivare: «La stiamo già vedendo in questo momento (la conflagrazione ndr), ma penso che probabilmente sarà molto peggiore nel 2024 o nel 2025, dopo le prossime elezioni negli Stati Uniti. C’è stata molta creazione di debito e denaro che ha prodotto molta inflazione. Il risultato è che le Banche centrali cercano di calmare l’inflazione sottraendo denaro e credito alle persone in modo che il loro potere d’acquisto sia inferiore, e questo, a sua volta, indebolisce l’economia». Comunque, nonostante queste condizioni, la fine sembra non essere già scritta: «La destinazione finale può certamente essere cambiata, anche se è improbabile. Tutto dipende da come noi tutti vogliamo stare insieme. C’è molta ricchezza e gli standard di vita, in media, sono più elevati che nel passato. La capacità dell’uomo di inventare strumenti che migliorano la nostra vita non è mai stata così grande. Dobbiamo solo aumentare le dimensioni della torta e dividerla in maniera intelligente. Ma la storia suggerisce che non è probabile».
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Il debito porterà a recessione e inflazione
Nel libro, però, il fondatore di Bridgewater spiega anche che questo è un processo ciclico. Dunque, è lecito chiedersi se sia possibile che stiamo semplicemente vivendo un periodo di transizione. «È vero, ma questi periodi di transizione, che in genere durano circa dieci anni, includono depressioni e guerre». Se è vero che il debito succitato sarebbe il risultato diretto (in linea teorica) del tentativo di aiutare l’economia mondiale, secondo Dalio, è anche vero che «Quando i governi e le Banche centrali aumentano il potere d’acquisto della gente creando molto debito e denaro, ciò non aumenta la produttività e crea obblighi finanziari per il futuro che o portano alla recessione o all’inflazione».
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L’operatività del ricco investitore
Restando in tema investimenti, Dalio fornisce anche qualche indicazione sulla sua attuale operatività sul mercato finanziario: «Non sto investendo in attività di debito e ho comprato beni che forniscono protezione dall’inflazione. Sto investendo in Paesi che sono in buona salute economica e non corrono il rischio di entrare in una guerra politica interna o in una guerra internazionale. Di conseguenza, mentre il mercato azionario e i mercati obbligazionari sono in forte calo quest’ anno, noi siamo in forte aumento».
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Piedi per terra
Legittimamente, a qualcuno potrebbe venire da chiedersi perché mai di dovrebbe ascoltare i consigli di un miliardario: «Nessuno ha bisogno di farlo. Quello che fanno dipende da loro. Io pubblico questa roba, poi sta alla gente decidere se crederci o meno. Tuttavia, se fossi nei loro panni, probabilmente penserei che, se questo signore è diventato miliardario scommettendo su queste cose, forse ha un buon track record e vale la pena ascoltare il suo ragionamento. Inoltre, se le persone pensano che, visto che sono un miliardario, ho perso il contatto con la realtà o ho una prospettiva distorta, dovrebbero sapere che ho iniziato con niente, e non molti anni fa. Nel 1982 non avevo soldi. Avevo così poco che ho dovuto prendere in prestito 4.000 dollari da mio padre per pagare le bollette».
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La Cina futura padrona del mondo
Arrivando alla stretta attualità, nel libro Dalio indica che il prossimo impero alla fine della transizione sarà quello della Cina. Dunque, la guerra in Ucraina ha cambiato la sua visione? «No. Il movimento verso un conflitto internazionale sta avanzando ancora più velocemente di quanto mi aspettassi, di circa un paio d’anni. Cina e Russia sono quasi alleate e la potenza maggiore è la Cina. La Russia non ha il potere di competere economicamente. Per questo motivo mi aspetto che presto il conflitto includa la Cina». Il tema è spinoso e i contenuti del suo manoscritto sono altrettanto scottanti, ma il ricco investitore non teme ripercussioni: «È vero che parlare in modo schietto e controverso è sempre più pericoloso oggigiorno. Tuttavia, ho 72 anni e credo che in questa fase della mia vita devo fare la cosa giusta. Non mi sentirei bene con me stesso se non parlassi onestamente di ciò che penso perché ho paura di ciò che gli altri potrebbero farmi».
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