Greta Finesso è una ragazza di 21 anni nata a Modena e che vive a Ravarino. Anche lei appartiene alla lunghissima lista di coloro che hanno subito effetti avversi gravi in seguito alla vaccinazione. Una lunga lista di invisibili e di esclusi, che non trovano attenzioni né da parte del ministero della Salute che li ha ridotti così né da parte della stampa di Sistema asservita al potere. Greta ha scritto una lunga lettera al direttore de La Pressa per raccontare il suo calvario: “Con la presente voglio informarvi che dopo aver fatto la prima dose di vaccino contro il Coronavirus al centro vaccinale di Castelfranco Emilia (Pfizer Lotto EX7389) il primo maggio 2021 mi è venuta l’orticaria che mi è stata trattata con puntura intramuscolo di antistaminico. Nei 4 giorni precedenti la seconda dose, prenotata per il 21 maggio, avevo una colica renale e trovavo beneficio soltanto dopo aver effettuato una puntura di Toradol, per cui chiesi al mio medico curante se dovevo fare lo stesso il vaccino o se era meglio posticipare la data”. (Continua a leggere dopo la foto)
Racconta Greta: “La risposta fu che l’unica controindicazione era avere la febbre, cosa che non avevo: quindi mi consigliò di fare una puntura di Toradol un’ora prima del vaccino e di andare a farlo. Arrivata a Castelfranco, il medico presente si rifiutò di farmi il vaccino, in quanto già la prima dose mi aveva causato orticaria, e in più avevo assunto da poco una fiala intramuscolo di Toradol, e dispose che la seconda dose avrei dovuto assolutamente farla a Baggiovara in zona protetta (mi avrebbero chiamato loro per appuntamento). Il 4 giugno sono stata convocata per la seconda dose a Baggiovara (Pfizer Lotto FC2229), arrivata sul posto, entrai nell’ambulatorio del medico, che dopo aver ‘letto’ tutte le carte compilate disse: ‘Ok Greta, ora ti facciamo la prima dose!’. Il medico non aveva letto assolutamente nulla delle carte che gli avevo dato, quindi mia madre gli fece presente innanzitutto che quella era la seconda dose e non la prima, secondariamente che eravamo state mandate lì visto che, dopo la prima dose, nel giro di qualche minuto, mi era venuta una forte orticaria curata con una fiala di antistaminico”. (Continua a leggere dopo la foto)
Prosegue Greta: “Mi fecero dunque una puntura di antistaminico e dopo circa 30 minuti, la seconda dose. Sono uscita dall’ospedale verso le 19, e verso le 20 ho cominciato ad accusare i primi sintomi: mal di testa, febbre (dice mia madre che deliravo), dolori muscolari e debolezza. Col passare dei giorni, mi uscirono parecchi lividi, mi si gonfiarono i linfonodi del collo, che mi provocavano fastidio e dolore, non potevo più uscire di casa perché mi venivano vampate di calore e svenimenti, non capivo cosa mi stesse succedendo. Il mio medico curante, identificò il mal di testa come sinusite e mi fece prendere un antibiotico: lo Zitromax e il 1 luglio, dopo un’ora dall’assunzione di questo medicinale, accusai dispnea e costrizione delle vie respiratorie. Mia madre, pensando ad una crisi allergica, mi fece subito un’iniezione di Bentelan (che fortunatamente avevamo in casa per allergie materne) e nel giro di 30 minuti tutto tornò alla normalità, ma mia madre mi disse che avevo perso i sensi ed ero diventata cianotica. Avvisai subito il mio medico curante dell’accaduto e gli parlai dei sintomi avuti dopo la seconda dose del vaccino, lui scambiò il gonfiore e il dolore dei linfonodi per infiammazione dei denti del giudizio, e la crisi di costrizione delle vie aeree per attacchi di panico; alla lettura degli esami del sangue, mi disse anche che poteva essere mononucleosi. Su insistenza di mia madre, mi fece fare una visita allergologica, effettuata il 20 luglio, dove il Prick-Test relativo ad inalanti e alimenti, risultò negativo, e anche gli esami del sangue eseguiti successivamente, risultarono negativi, anche se le ultime 2 crisi respiratorie (costrizione vie aeree) non erano vicino ai pasti. Capimmo dunque che non si trattava di allergia”. (Continua a leggere dopo la foto)
Continua Greta: “Il medico precedente, non ritenne opportuno avvisare l’AIFA delle reazioni avverse al vaccino Pfizer, nonostante io ebbi altri 4 attacchi di costrizione delle via aeree in data 12-20-27 luglio e l’ultima il 16 agosto. Il medico di base che presi successivamente, ascoltando il racconto delle crisi che avevo avuto, si mise in contatto con un infettivologo che gli consigliò un prelievo mirato, e alla visita che feci il 25 agosto, disse che non riteneva che i suddetti episodi fossero da correlare ad infezione o riattivazione da EVB. A dicembre posso dire che tutti quei disturbi finalmente erano passati e dal 16 agosto non avevo più avuto queste crisi. Venni dunque convocata per la terza dose, il 17 dicembre. Ho prodotto dunque tutta la documentazione precedente chiedendo con una lettera per sapere se, alla luce delle mie reazioni dopo le vaccinazioni, era il caso di fare una terza dose visti i precedenti. Quando sono andata a fare la terza dose di vaccino ho portato la lettera. Ma nessuno l’ha voluto vedere. Tutti mi hanno detto che la reazione era troppo lontana dalla vaccinazione e non poteva avere nulla a che fare con l’inoculazione. In ogni caso il 17 dicembre non siamo potute andare a fare la vaccinazione dato che il 14 dicembre mi è venuta una paresi facciale nel lato destro del viso, trattata con pastiglie di cortisone. Il 26 gennaio alle 19:45 sono andata al centro vaccinale di Castelfranco, per chiedere di fare la terza dose in zona protetta: il medico presente era al telefono e ha firmato l’autorizzazione al vaccino senza nemmeno ascoltarci, quando ha chiuso la telefonata, gli ho spiegato tutto e ci ha fatto la richiesta per la zona protetta di Baggiovara. Avevo con me tutta la documentazione, ma anche lui non ha voluto guardare nulla perché ha detto che ci avrebbero pensato in zona protetta”. (Continua a leggere dopo la foto)
Continua il calvario di Greta: “Il 4 febbraio ci chiamano per andare a fare la terza dose all’ospedale di Baggiovara, di nuovo porto tutta la documentazione scritta dei problemi che avevo avuto, ma il dottore, lo stesso della vaccinazione precedente, non l’ha nemmeno guardata. Mi hanno fatto puntura di antistaminico e dopo 15 minuti il vaccino (non come l’altra volta mezz’ora dopo, credo sia sempre un fattore per accelerare i tempi): una dose intera di Pfizer (lotto FP8191); praticamente dopo circa 5 – 10 minuti mi è partita di nuovo l’orticaria con un prurito incredibile, ho parlato con colei che mi aveva fatto il vaccino e lei mi ha detto che ormai l’antistaminico me lo avevano fatto e dovevo portare pazienza che poi avrebbe fatto effetto. Ho fatto il vaccino alle 9.50, e alla sera alle 21.30 nuovamente un attacco di dispnea e costrizione delle vie aeree, ma molto peggio di quelle del vaccino precedente. Comincio con perdita di coscienza, gli occhi mi vanno all’insù, sembra tipo un arresto respiratorio, divento paonazza in volto, cominciano movimenti involontari delle braccia, tipo crisi epilettica, per cui devo essere guardata a vista. Meno male che mia madre, immaginando che il tutto fosse stato scatenato dal vaccino aveva già preparato siringa e fiala di Bentelan. Il sabato pomeriggio, 5 febbraio, di nuovo un attacco alle 16.45, vado alla guardia medica per farmi dare 3 fiale di bentelan. Non sanno cosa dire, non capiscono cosa possa essere e dicono a mia madre di non abusare delle fiale di cortisone, Alla sera, mentre giochiamo a carte con il mio ragazzo, mia madre e mia zia, alle 22.50 un nuovo attacco. Mia madre decide di portarmi a Baggiovara per chiedere se c’erano delle cure alternative, ma alle 3 chiedo la mia posizione e mi dicono che avevo ancora 6 persone davanti e in più era appena arrivato un codice rosso, ormai mi ero addormentata in auto e mia madre decide di venire via”. (Continua a leggere dopo la foto)
Conclude Greta: “Da allora sono andata 4 volte al Pronto soccorso: Mirandola, Baggiovara, Carpi e Policlinico di Modena, ma nessuno si p interessato al mio caso. Ho fatto ben 3 visite urgenti dall’otorino, tutte negative. Ognuno mi ha detto la stessa cosa: ‘non sono attacchi dovuti a qualcosa che ostruisce le vie aeree’. Vi ricordo che tutte queste informazioni le avevo portate sempre con me per lasciarne copia, al medico vaccinatore, al medico di base, all’Aifa, all’Ausl, ma che nessuno si è mai preso la briga di prenderle in considerazione e leggerle, Per questo motivo ho deciso di rendere pubblica la mia storia, affinché non si ripeta questo errore con altre persone. Mia madre dal 4 febbraio non è più rientrata al lavoro, perché non può perdermi di vista un attimo, in quanto sono già caduta in bagno, in camera, fuori in giardino, senza nessun preavviso. Tutt’ora non so più a chi rivolgermi, in quanto nessuno vuole cercare di capire che cosa mi sta succedendo! Accertamenti fatti all’ospedale di Carpi, hanno escluso: crisi epilettiche, problemi al cuore, problemi vie respiratorie, ma nessuno prende in considerazione una crisi avversa al vaccino. Ad oggi 29 maggio 2022 ho fatto ben 109 punture di cortisone. Sono ingrassata 25 chili e non voglio più uscire di casa. Greta Finesso”.
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