Il “Governo dei Migliori” è caduto e con esso anche le poltrone di chi, durante gli ultimi due anni e mezzo, ha si adoperato in modo più o meno attivo per vessare gli italiani. Visto il periodo e l’appropinquarsi delle prossime elezioni, è bene fare un recap di quelle che sono state le principali dichiarazioni a favore del Green Pass e dell’imposizione del vaccino, così da poter riconoscere le tipiche giravolte politiche compiute in seguito dai partiti e dai loro segretari, in modo tale da poter intercettare il cambio d’umore del popolo rispetto a misure che nulla di buono hanno portato.
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Il 23 luglio 2021 arriva la celebre “bomba” di Mario Draghi: «L’appello a non vaccinarsi è appello a morire, sostanzialmente, non ti vaccini, ti ammali e muori, non ti vaccini e contagi». Lo ha detto il Presidente del Consiglio, replicando così ad un giornalista in conferenza stampa. «Senza vaccinazione si deve chiudere tutto», ha poi ribadito il premier. Una frase che resterà negli annali per essere stata totalmente mendace e fuorviante, specchio della becera propaganda di Stato condotta in quei mesi.
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Il 24 agosto 2021 Mariastella Gelmini afferma di non considerare l’obbligo vaccinale come “un’eresia”, mentre Antonio Tajani si dice apertamente favorevole. Anche il governatore della Liguria e leader di Cambiamo, Giovanni Toti, si accoda ai forzisti spiegando che “tra chiudere il Paese e l’obbligo vaccinale credo che nessun italiano di buon senso sceglierebbe la prima”. Proprio Toti è stato uno dei governatori più ligi nel condurre la propaganda vaccinista, non perdendo occasione per discriminare i non vaccinati, scagliandosi contro di loro ad ogni comparsata televisiva.
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Il 3 settembre 2021 Matteo Salvini dichiara che «Il green pass può essere una tutela per i grandi eventi, ma pensare di metterlo in metro a Roma alle 8 del mattino significa voler creare confusione e problemi». Come spesso accade quando si parla di Salvini, le sue dichiarazioni difficilmente trovano poi riscontro nell’azione politica vera e propria. Molti dei governatori della Lega, infatti, hanno condotto vere e proprie crociate contro i cittadini per far rispettare restrizioni e Green Pass. La stessa Lega, spesso e volentieri, si è trovata a votare i provvedimenti restrittivi del governo, oppure nel migliore dei casi a chiamarsi fuori da alcune decisioni facendo il Ponzio Pilato della situazione. Il 9 settembre 2021, infatti, la Lega vota a favore del decreto legge sul Green pass all’esame della Camera. Cade così la minacciata ipotesi di un’astensione, che dopo i voti leghisti favorevoli agli emendamenti presentati dall’opposizione, avrebbe inferto un altro colpo alla solidità della maggioranza. Il risultato finale è stato di 259 voti favorevoli, 34 contrari e 2 astenuti.
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Il 10 settembre 2021, durante l’evento Linkontro NielsenIQ 2021 a Venezia, il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, interviene con la sua ormai celebre e sadica filippica sul Green Pass e sui tamponi “fino al cervello”, sostenendo che: «In futuro il green pass dovrà valere per tutti i lavoratori, sia pubblici che privati. Green pass per tutti: lavoro pubblico, lavoro privato, servizi pubblici, servizi privati». Parla di misura “geniale” Brunetta, perché aumenta i costi, psichici e monetari, per gli opportunisti contrari al vaccino e li costringe a fare il tampone, facendo diminuire la circolazione del virus e, di conseguenza, la creazione di varianti: «Ci stiamo arrivando», esclama contento e sornione. Peccato che il sadismo di Brunetta non abbia causato altro che dolore ai cittadini italiani, visto e considerato che, come dimostrano i fatti, le varianti si sono comunque sviluppate, nonostante i suoi cari “trapani” nel cervello dei no vax.
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#Brunetta: «Bisogna aumentare agli opportunisti il costo della non vaccinazione. Green Pass geniale. I tamponi sono un costo psichico e monetario. L'obiettivo è di schiacciarli ai minimi livelli di non influenza sulla circolazione del virus. Ci stiamo arrivando». #IoNonDimentico pic.twitter.com/ysoCTL0bf7
— Nicky Ionfrida (@nickyionfrida) August 10, 2022
Il 14 ottobre 2021 Silvio Berlusconi consolida la scelta di Forza Italia di sostenere il Green Pass e la vaccinazione di massa, sottolineando che «Il Green Pass è lo strumento che abbiamo scelto per ripristinare gradualmente la normalità. Naturalmente è uno strumento perfezionabile. Sino ad oggi, però, ha funzionato bene: sta consentendo al nostro Paese di rimettersi in moto e a noi tutti di tornare a una certa dose di socialità in sicurezza». E aggiunge: «Comprendo le preoccupazioni nei lavoratori e nelle aziende più piccole, ma non dobbiamo dimenticare che l’unica alternativa è l’obbligo vaccinale che, del resto, noi di Forza Italia abbiamo proposto sin dall’inizio». Una vera e propria assunzione di colpe se letta con gli occhi di oggi. Il 21 ottobre 21 è sempre Berlusconi ad uscire con un’altra “bomba”. Secondo l’ex Cavaliere, infatti, «Il Green Pass è strumento di tutela della vita e della libertà. Grazie al Green pass e ai vaccini stiamo tornando verso una vita normale, nella quale si può lavorare nelle fabbriche, uffici, andare a scuola in presenza, frequentare cinema e teatri, ristoranti e centri sportivi».
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Il 24 novembre 2021 Matteo Salvini sposa la linea del rigore sulle nuove misure anti-Covid: “Restrizioni per i non vaccinati”. C’è un sostanziale sì al super Green pass: la nota diramata alla fine della riunione dice che «La Lega lavora con il governo con buonsenso per evitare chiusure, eccessive complicazioni per gli italiani e messaggi allarmistici». La traduzione è la seguente: si attendono le proposte concrete che sbarcheranno oggi in cabina di regia ma quelle due espressioni — “evitare chiusure” ed “evitare eccessive complicazioni” — lasciano intendere ai più una cosa: la Lega è pronta a dare il suo avallo a una soluzione che preveda limitazioni generalizzate per chi non si è immunizzato. Il 5 gennaio 2022 il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, ricorda che la posizione della Lega sulle misure anti-Covid prevede la vaccinazione obbligatoria per gli over 60, «Proprio per tutelare le fasce più fragili della popolazione».
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Il 13 dicembre 2021 il deputato toscano di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, dichiara che «Per contrastare la pandemia i vaccini sono un’arma fondamentale, ma non l’unica, bisogna intervenire sul trasporto pubblico, sulla sanità, sulla scuola». Lo segue anche un altro deputato di Fratelli d’Italia, Marcello Gemmato, che sottolinea come «Forse c’è stato un misunderstanding generale, non siamo mai stati contro i vaccini e non appoggiamo quelle tesi, siamo stati il primo partito a presentare un piano vaccinale». La linea che dal partito è che «Tutta la classe dirigente si riconosce nelle posizioni espresse da Giorgia Meloni» e che «Fratelli d’Italia non ha no vax fra i suoi parlamentari o dirigenti apicali e ha sempre avuto un approccio logico e scientifico, a differenza dei governi che si sono susseguiti». «Nel dibattito vacciniamoci sì o no nessuno chiede quando arriverà questo vaccino», diceva la leader Giorgia Meloni il 16 dicembre 2020.
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In tutto questo desolante scenario sociopolitico, ItalExit – Per l’Italia con Paragone è stato l’unico partito a condurre una strenua opposizione alle misure liberticide e discriminatorie imposte dal governo. Sin dall’inizio il Segretario Nazionale, Gianluigi Paragone, si è opposto a tutto questo in Senato, sui giornali, e nelle trasmissioni televisive. La fitta rete di coordinamenti, di iscritti e di attivisti che nel frattempo si è strutturata in tutto il Paese, ha condotto molteplici battaglie sul territorio, predisponendo banchetti, eventi in piazza e raccolte firme per sensibilizzare verso quelli sono stati i temi principali trattati dal partito. Sono ormai celebri le battaglie No Green Pass, Giu le mani dai bambini (vaccini), Liberiamoli (stop mascherine a scuola), Non in mio nome (no armi in Ucraina) e Stop caro bollette (controllo dei prezzi impazziti). Il Senatore Paragone ha anche formalizzato diverse denunce, ultima delle quali verso Pfizer, chiamata a dimostrare alla magistratura e agli italiani la composizione dei vaccini attraverso una procedura penale.
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