Paese che vai censura che trovi. Non solo l’Italia, anche la Germania ha scoperto di avere un grosso problema con quanto successo nell’era Covid. Soprattutto per quel che riguarda il lockdown che fu imposto praticamente in tutta Europa. E a mettere nei guai il governo tedesco sono proprio dei documenti che erano stati secretati e che ora tornano alla luce per amor di verità. I tedeschi li chiamano già “protocolli esplosivi”, e sono circa 1.000 pagine del Robert Koch Institut (Rki), la massima autorità di vigilanza sulle malattie infettive con sede a Berlino, l’equivalente del nostro Iss. E cosa c’è dentro? A parte i tanti omissis, ciò che è stato reso pubblico grazie alla causa intentata dalla rivista online Multipolar, è già abbastanza. Come racconta Alessandro Rico su LaVerità, si è scoperto che mentre il governo federale seguiva la strada di chiusure e mascherine coatte, poi delle vaccinazioni a tappeto e del super green pass, gli esperti, tra di loro, esprimevano dubbi sulle varie misure antivirus. Una storia che, ahnoi, conosciamo bene. Nelle porcate, insomma, tutto il mondo è paese. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il 16 dicmbre del 2020, Angela Merkel, che allora era capo del governo tedesco, decide per il secondo lockdown in Germania. Gli scienziati del Rki osservano: “I lockdown talvolta hanno conseguenze più gravi del Covid stesso”. Una frase, questa, che si sarebbe poi trasformata in realtà. Basta pensare a tutti quelli che, anche in Italia, in quel periodo hanno perso il lavoro, la propria attività, la propria famiglia, le proprie relazioni, la propria salute psichica e fisica. Il lockdown ha rovinato migliaia di persone, ma non ha ridotto né le infezioni né le vittime. Poche settimane prima, il 30 ottobre 2020, gli esperti del Robert Koch manifestano serie perplessità anche sull’altro dogma dell’era pandemia: le mascherine Ffp2. “Non ci sono prove”, ammettono nei verbali, per consigliarne l’impiego “al di fuori della sicurezza sul lavoro”. (Continua a leggere dopo la foto)
Gli scienziati tedeschi erano infine titubanti persino sui vaccini, in particolare il preparato di Astrazeneca. Già l’8 gennaio 2021 la squadra del Koch Institut avvisa che “occorre discutere” di quel farmaco, considerato “meno perfetto” e “meno sicuro”. Il gruppo suggerisce di restringerne la somministrazione e rileva che i dati relativi agli anziani scarseggiano. A inizio marzo, però, la Commissione sui vaccini lo raccomanda a tutte le fasce d’età. Il 5 marzo 2021, invece, il team del Rki mette nel mirino il Super Green pass, sottolineando che le speciali esenzioni garantite a chi si è sottoposto alle inoculazioni “non sono tecnicamente giustificabili” e non possono “costituire la base” per la suddivisione dei cittadini in “categorie” alle quali conferire “privilegi”. Ora in Germania è scoppiato un caso con queste carte.
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