x

x

Vai al contenuto

Crisi del gas, un algoritmo tiene l’Europa in pugno: “Si rischia un nuovo crack finanziario”

Pubblicato il 06/09/2022 08:59

Sul Corriere della Sera di oggi, martedì 6 settembre, Federico Fubini fa un’analisi che merita davvero di essere condivisa. Spiega come funziona il mercato energetico europeo e perché da un momento all’altro potrebbe saltare, innescando una crisi economica assai simile al grande crash di Lehman, che “fu il processo di scoperta — prima lento, poi precipitoso — delle falle nascoste che Wall Street non sapeva di avere. Le conseguenze economiche della guerra in Ucraina rischiano di diventare una replica di quel punto di rottura del 2008, ma stavolta per il sistema europeo dell’energia”. Vediamo perché. A lanciare il parallelismo con la crisi del 2008, in realtà, è stato il ministro finlandese dell’Economia Mika Lintilä, che domenica ha varato un soccorso pubblico da 10 miliardi di euro per le imprese elettriche del Paese (mentre il governo svedese ne annunciava uno da 23 miliardi per le proprie). “Questa situazione – ha detto Lintilä – ha gli ingredienti per diventare una Lehman Brothers del settore dell’energia”. Aggiunge Fubini: “Oggi l’Europa del gas e dell’elettricità vive una dinamica che ricorda il modo in cui quel crollo del 2008 partì da un angolo opaco del mercato – i subprime – per svelare falle sistemiche ovunque”. (Continua a leggere dopo la foto)

Tutto viene innescato dalle folli sanzioni alla Russia. Dal canto suo Putin procede verso il taglio definitivo delle forniture all’Europa, che stanno facendo esplodere i prezzi del metano. Ma dietro questa mossa c’è di più: Putin, appunto, spera di far crollare, uno dopo l’altro, tutti i punti critici dell’architettura europea dell’energia. Spiega Fubini: “Uno di essi si trova a Lipsia, in Sassonia. Si chiama European Energy Exchange (Eex) e ha come azionisti Deutsche Börse al 75%, ma anche Enel all’1,59%, Edison allo 0,5% e Électricité de France allo 0,45%: è la principale piattaforma del continente per lo scambio di contratti future dell’elettricità. Ogni mese circa cinquecento produttori elettrici dell’Unione europea vi vendono i loro megawattora attraverso contratti che li impegnano alla consegna di quantità ben precise tra uno, due o tre anni a prezzi prefissati fin da subito”. E perché questo è l’anello debole (l’ennesimo) dell’Ue? (Continua a leggere dopo la foto)

Sembra un mercato perfettamente efficiente, ma – avverte Fibini – “con Putin invece i suoi meccanismi finanziari minacciano di innescare una catena di default per molte decine di miliardi di euro e di obbligare i governi a salvataggi delle imprese elettriche a spese di contribuenti prima ignari, poi furibondi. Il governo finlandese con 10 miliardi di garanzie pubbliche, la Svezia con 23 e la Germania con almeno 11 miliardi impegnati per il gruppo dell’energia Uniper stanno già aprendo la strada. La Francia sta nazionalizzando Edf. In fondo, ripetono tutti ciò che fecero molti governi occidentali per le banche oltre dieci anni fa. Oggi l’esposizione finanziaria delle imprese elettriche a causa dei meccanismi della piattaforma Eex di Lipsia, del resto, è colossale: circa duecento miliardi di euro accumulati quasi tutti negli ultimi mesi — secondo stime dell’industria — di cui circa trenta o quaranta in più solo nella giornata di ieri con il balzo dei prezzi dell’energia”. (Continua a leggere dopo la foto)

Spiega Fubini il meccanismo che porterà l’Europa al collasso: “L’innesco è tecnico. Come fossero puri trader, i produttori elettrici che vendono con contratti a termine (per esempio: consegna di una certa quantità nel settembre 2024 a 200 euro a megawattora) sono costretti a versare garanzie alla borsa di Lipsia ogni volta che il prezzo sale oltre quello previsto dai loro contratti. Il presupposto è che il venditore in teoria potrebbe dover comprare le quantità che poi si è impegnato a fornire, quindi la borsa vuole essere certa che l’operatore abbia i soldi per farlo. Ora il sistema cammina su ghiaccio sottile. Basterebbero spiccioli a Gazprom per manipolare il sistema al rialzo tramite un trader corrotto: gli algoritmi di Lipsia fanno impazzire le quotazioni elettriche d’Europa verso l’alto anche sulla base di offerte minuscole, su scambi che non si concludono. Così i produttori s’indebitano sempre più per versare altre garanzie. E la falla nel sistema del mercato perfetto, ai tempi di Putin, diventa voragine”.

Ti potrebbe interessare anche: “La gestione della pandemia è stata un fallimento”. Gismondo asfalta Speranza (il VIDEO)