x

x

Vai al contenuto

“Fine Covid mai!” I propagatori di paura si preparano per l’autunno e la loro “arma letale” si chiama Centaurus

Pubblicato il 13/08/2022 15:15

Mentre i vari Paesi del mondo attendono la fine delle ondate causate dalla variante BA.5 di Omicron, c’è una particolare sottovariante chiamata BA.2.75 e soprannominata ‘Centaurus’ che sta crescendo rapidamente in India. In un recente articolo su Nature, alcuni scienziati hanno lanciato l’allarme, mentre altri affermano che è troppo presto per dire se la variante si diffonderà capillarmente o meno.
(Continua a leggere dopo la foto)

La diffusione di Centaurus

BA.2.75 è stato rilevato in più di 20 paesi in tutto il mondo e i ricercatori monitorano la situazione in attesa di capire se aumenterà o meno il numero di casi. Diversi studi stabiliscono che le due varianti hanno capacità più o meno simili di schivare la presunta protezione conferita sia dall’infezione che dalla vaccinazione. Ad ogni modo, sebbene la sorveglianza delle varianti Sars-Cov-2 stia cadendo nel dimenticatoio in molti paesi, l’India sembra essere l’epicentro della diffusione di BA.2.75. Gli esperti indiani hanno sequenziato più di 1.000 campioni della variante da maggio. I dati suggeriscono che circa due terzi dei nuovi casi sono attualmente causati da BA.2.75, afferma Shahid Jameel, virologo dell’Università di Oxford, nel Regno Unito, che in precedenza ha guidato il consorzio indiano di sequenziamento Sars-Cov-2.
(Continua a leggere dopo la foto)

La situazione in Italia

Secondo l’Istituto superiore di Sanità, in Italia l’incidenza della variante BA.2.75 – Centaurus sarebbe pressoché ferma, almeno stando ai dati disponibili al 2 agosto. Ad oggi, infatti, è stato registrato solo un caso di Centaurus in Italia. Non essendo ancora alto il numero di casi dovuti a questa variante di Omicron, non si hanno dati precisi sui sintomi. Ma parlando di Covid, i sintomi non sembrano essere diversi dalle altre varianti e sottovarianti. Potrebbe dunque comparire come una normale influenza, con tosse, raffreddore, febbre, affaticamento e dolori muscolari. Come è stato appurato in questi anni di pandemia, le eventuali complicazioni dipendono principalmente dall’età del paziente e dalla presenza o meno di malattie pregresse.

Potrebbe interessarti anche: Ecco a cosa servono davvero i vaccini usati nella pandemia. La ricerca che spiega il vero obiettivo di Big Pharma