E’ un Vittorio Feltri molto riflessivo e profondo quello che oggi, sul Giornale, nella sua consueta rubrica di risposte ai lettori, denuncia i rischi che la civiltà Occidentale sta correndo. “Oggi in tanti si riempiono la bocca con la parola libertà”, spiega il giornalista. “E in nome di questa soffocano il pensiero avverso o giustificano crimini e nefandezze di ogni tipo. Il politicamente corretto, cui siamo tutti sottoposti, è una forma di assoggettamento del pensiero. E il politicamente corretto ora impone di sostenere che bisogna continuare ad armare l’Ucraina per tutelare la libertà di tutti noi, degli ucraini, dell’Europa e dell’Occidente tutto”. Chi non si allinea, ovviamente, viene accusato di essere filo-Putin. Uno schema che abbiamo già toccato con mano nel periodo della Pandemia e che si ripete ogni volta che si deve affrontare un argomento complesso. (continua dopo la foto)
Così facendo, però, secondo Feltri non si fa che ingigantire i problemi. E il rischio dietro l’angolo, oggi, è gigantesco: lo scoppio di una Guerra globale che potrebbe diventare Guerra Atomica. “Sono convinto”, scrive l’ex direttore di Libero, “che per evitare di scivolare in un conflitto mondiale e nucleare che annienterebbe tutti i popoli e causerebbe la distruzione del Pianeta, occorre rivedere la nostra strategia. Cambiare qualcosa. Favorire il dialogo con la Russia, quindi la distensione”. Esattamente l’opposto, quindi, rispetto a ciò che si sta facendo ora, con l’invio continuo di armi a Kiev e le dichiarazioni sempre più forti contro la Russia. (continua dopo la foto)
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“La proposta di Macron di spedire le truppe Nato a combattere in Ucraina”, sottolinea Feltri, “ci farebbe sfociare in un rapido allargamento della guerra. Il nostro apporoccio al conflitto andrebbe rivalutato. Il che non implica che voltiamo le spalle all’Ucraina”. Il giornalista sottolinea anche come l’esercito dei “politicamente corretti” non risparmi nessuno. Nemmeno Bergoglio. “Anche il Papa ha parlato di resa ed è stato aggredito dai media, giudicato, criticato. Invece io credo che dobbiamo rinunciare a questo bellicismo che ci sta conducendo dritti dritti verso lo scontro nucleare, da cui non vi è ritorno”. Feltri conclude la sua analisi con un auspicio. Quello che da parte dei politici europei, vista la posta in gioco, vi sia “maggiore senso di responsabilità nei confronti dei popoli e minore vana retorica”. Perché se è giusto chiedere un tavolo diplomatico per Kiev, “non esiste libertà che valga l’atomica”.
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