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Eroi sì, ma sempre precari: il governo cerca 20 mila medici e infermieri ma senza offrire contratti stabili

Pubblicato il 12/03/2020 10:03

Una guerra senza sosta, quella che si combatte nelle corsie e nei reparti degli ospedali per cercare di aiutare i pazienti colpiti da coronavirus e allo stesso tempo evitare il diffondersi ulteriore della malattia. Con risorse in arrivo per dare una mano a chi dal primo giorno lotta senza sosta, senza pause: 650 milioni di euro stanziati e corsie veloci per assumere 20 mila medici e infermieri chiesti dalla varie Regioni, in modo da dare il cambio ai colleghi stremati che mostrano segnali di stanchezza ormai evidenti. Con un problema in più da affrontare: il decreto legge Sanità n.14 approdato il 9 marzo in Gazzetta Ufficiale che chiude di fatto la porta a un’eventuale stabilizzazione di chi risponderà all’appello.

Eroi sì, ma sempre precari: il governo cerca 20 mila medici e infermieri ma senza offrire contratti stabili

Via libera, dunque, soltanto a delle soluzioni precarie, senza nemmeno gli straordinari in più per il personale sanitario già operativo e impegnato in turni massacranti. Il rischio, dunque, è che gli avvisi pubblici pubblicati dagli ospedali vengano ignorati, in un momento in cui invece servirebbero “rinforzi” preziosi. Un pericolo più che concreto, leggendo il testo: l’articolo 2 non prevede più, come nelle prime bozze, la possibilità di una stabilizzazione dopo 2 anni di contratto a tempo determinato da trasformare in indeterminato, ma la semplice possibilità per gli ospedali di prevedere “durante la vigenza dello stato di emergenza” incarichi individuali della durata di 1 anno non rinnovabili.

Eroi sì, ma sempre precari: il governo cerca 20 mila medici e infermieri ma senza offrire contratti stabili

L’unico vantaggio degli incarichi sarebbe a questo punto che potrebbero formare dei “titoli preferenziali nelle procedure concorsuali per l’assunzione presso le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale”. L’articolo 1 del decreto legge prevede invece come canale prioritario per l’assorbimento del personale sanitario la possibilità di ricorrere a contratti di lavoro autonomo di 6 mesi, anche co.co.co., prorogabili fino al 2020 nel caso l’emergenza continuasse. Una corsia questa aperta anche ai giovani medici specializzandi del quarto e quinto anno. Il segretario Carlo Palermo del sindacato Anaao Assomed aveva già mostrato tutto il suo disappunto nei giorni scorsi sui contratti precari definendoli “usa e getta”, “scarsamente attrattivi sia per la forma che per il compenso ricevuto”.

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Un quadro tutt’altro che roseo, insomma, quello che il Paese che chiama medici e infermieri a sforzi sovrumani in un momento particolarmente delicato della sua storia senza però retribuirli adeguatamente per lo sforzo. Il decreto in Gazzetta tra l’altro non prevede, come sembrava in un primo momento, di pagare di più gli straordinari al personale sanitario (si ipotizzava un 50% in più). E allora non c’è da stupirsi se i sindacati abbiano già parlato, tristemente, di occasione persa.

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