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Equitalia perde la causa: costretta a risarcire un imprenditore. Dopo un calvario di 5 anni

Pubblicato il 10/06/2020 15:09

Una cartella esattoriale da più di 13 milioni di euro e una sentenza che condanna non l’imprenditore ma la ex Equitalia per il pagamento delle spese processuali per 12mila euro. La storia – raccontata da Giovanna Bruno su norbaonline.it – è quella di un uomo conversanese che nel 2015 si vede recapitare una imposizione di pagamento da quella che allora era Equitalia e ora Agenzia della Riscossione. L’avvocato dell’uomo chiede l’accesso agli atti senza ricevere risposta, e la storia finisce in tribunale, a Bari. Il Ministero delle politiche agricole che aveva emesso l’ingiunzione sulla quale era basta la cartella non si presenta neanche. Equitalia sì. Ma in aula porta documenti che non dimostrano la notifica o l’interruzione della prescrizione.

E così dopo 5 anni il giudice decide che la cartella esattoriale deve essere annullata. E che è Equitalia in questo caso a dover pagare le spese legali. Una vittoria pagata a caro prezzo dall’imprenditore, dopo 5 anni di calvario. Per l’avvocato che lo ha difeso questo è l’esempio di quanto poco funzioni il rapporto tra cittadino e Fisco. E ora l’avvocato, insieme alla Camera civile di Lecce e a ConfImprese Italia, chiedono che possano essere coinvolti i rappresentanti degli imprenditori per evitare almeno gli errori palesi come questo.

La notizia di questa sentenza ha subito fatto il giro d’Italia. Quando ad essere condannata è l’ex Equitalia e non l’imprenditore, è sempre qualcosa di cui parlare. Ma non è la prima volta che ci si ritrova di fronte a casi simili, o addirittura ancora più particolari. Come ad esempio accadde a gennaio del 2018, quando si parlò molto di un’altra vicenda: uno studio legale napoletano vinse le cause contro Equitalia (o Agenzia entrate e riscossione) e anziché vedersi riconosciuto il diritto alle spettanze (stabilite dalla sentenza di un giudice di pace) fu costretto a far pignorare le scrivanie e le sedie dell’ente riscossore. Sì, avete letto bene: scrivanie e sedie pignorate a Equitalia.

Letta così potrebbe sembrare una barzelletta, ma invece è la realtà dei fatti, contenuta in decine di verbali di pignoramento. A questo punto è necessario spiegare tecnicamente come è la procedura. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di cause civili per la cancellazione di contravvenzioni al codice della strada prescritte contro Equitalia prima e contro Agenzia entrate riscossione dopo la riforma del governo Renzi. In caso di vittoria della causa, l’ente riscossore in primis deve cancellare la multa e di conseguenza la cartella che ha emesso e, se previsto dal giudice, anche provvedere al pagamento delle spese legali. Poi si mette in moto il meccanismo per richiedere le spettanze.

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