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“Vuole escluderci dal voto”. Ecco la circolare choc di Speranza per le elezioni. Così rischiano di non votare 700mila persone: è bufera

Pubblicato il 01/09/2022 11:12

A questo governo, e al ministro Speranza in particolare, è piaciuto talmente tanto il lockdown e la pratica di non votare che hanno deciso che anche a emergenza finita il voto non può essere un diritto di tutti. La sospensione della democrazia, dunque, continua. Dopo coprifuoco, Green pass, obblighi vaccinali, licenziamenti e sospensioni dal lavoro, Speranza esclude una platea di circa 660mila persone dalle elezioni del 25 settembre. Come? “Sul voto dei cittadini positivi al Covid è partita una campagna elettorale sciocca che mi interessa relativamente”, ha commentato il ministro della Salute dopo che Libero ha denunciato lo scandalo. Infatti, il provvedimento che dovrebbe consentire agli infetti di esprimere la propria preferenza politica nelle urne è ancora congelato. Il problema, però, riguarda allo stato quasi settecentomila persone, bloccate in casa dalla quarantena, che limita anche gli asintomatici. Follia nella follia. (Continua a leggere dopo la foto)

Scrive oggi Pietro Senaldi su Libero: “La realtà è che al momento ci sono centinaia di migliaia di persone il cui diritto elettorale è sospeso, o meglio in quarantena. Speranza tranquillizza e rivela che, per gli infetti, è previsto il voto a domicilio, precisando che a esso si è già ricorsi nelle ultime elezioni amministrative, a Napoli, Roma, Milano, eccetera… Non per nulla sono state consultazioni disertate dagli elettori, il 56% dei quali non ha votato né a casa né al seggio. Un astensionismo che, complice lo scarso interesse di Speranza e compagni per la questione, rischia di essere superato il 25 settembre”. (Continua a leggere dopo la foto)

Libero è venuto in possesso della circolare che sarà emanata a giorni con le regole per far votare i positivi a domicilio. “Possiamo affermare che le procedure richieste configurano un percorso a ostacoli in grado di scoraggiare Demostene, Cicerone, Thomas Jefferson, Churchill e De Gasperi. E anche se uno volesse pervicacemente votare a tutti i costi e se si sottoponesse all’intera trafila, non è detto che riuscirebbe nell’intento, tante sono le incognite e le circostanze che sfuggono al controllo del singolo interessato. Innanzitutto il malato, che come accade nella stragrande maggioranza dei casi oggi si è autodiagnosticato il Covid attraverso un tampone fai-da-te, deve procurarsi dal proprio medico di fiducia un certificato che ne attesti la malattia. Quindi deve inviarlo al proprio sindaco, allegandovi la dichiarazione di voler votare e attendere il via libera del funzionario medico designato dall’azienda sanitaria locale”. E poi… (Continua a leggere dopo la foto)

“A questo punto, non gli resta che indossare la mascherina d’ordinanza e attendere sul divano in vigile attesa che un messo elettorale gli bussi alla porta. Già, ma chi raccoglie i voti, recandosi in 6-700mila case sparse per tutto il territorio?” Nessun problema, da qui al 25 settembre – fa sapere Speranza – saranno allestite ‘squadre speciali’ – testuale – di personale medico ma anche no che, formato alla bisogna e bardato come gli sgherri anti-Covid del governo cinese andrà a ritirare la scheda casa per casa, per poi depositarla in seggi sanitari allestiti alla bisogna o addirittura direttamente in aziende ospedaliere, onde evitare che la scheda si trasformi in un agente infettante. Più che la buona volontà del ministro di farci votare, la trafila rivela l’approccio terrorizzato che Speranza ha ancora verso il virus, che il candidato nelle file di Letta ritiene letale più o meno quanto la peste bubbonica, mentre da anni non è così”. (Continua a leggere dopo la foto)

Speranza tira di nuovo dritto per la sua strada e se frega della Scienza e della Realtà. “La procedura infatti è talmente farraginosa da precludere nella pratica il voto a chiunque si scopre positivo tre o quattro giorni prima della data elettorale, ovverosia a quasi tutti gli interessati, visto che la quarantena è stata ridotta a cinque giorni. Non solo, se per miracolo tutti si autodenunciassero, il metodo Speranza prevedrebbe un costo per le Finanze pubbliche mostruoso e allungherebbe di giorni le procedure di voto, a meno di non arruolare centinaia di migliaia di scrutatori speciali a domicilio”.

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