Continuano a parlarne in pochi, in questi giorni in cui i mass media sono quasi tutti uniti nel sostenere un governo incapace di affrontare la crisi se non chiudendo in casa gli italiani a tempo indeterminato. Ma gli effetti di questa emergenza continuano a spaventare, e parecchio. Non solo quelli economici, con tante famiglie ormai in ginocchio, in attesa di aiuti che continuano a non arrivare. Anche quelli psicologici, pericolosissimi, ai quali vanno incontro i ragazzi lontani ormai da tempo immemore dalle scuole, tornati in aula a singhiozzo, sempre più isolati.
Una situazione comune a tanti Paesi del mondo, come sottolineato in questi giorni dallo studio pubblicato sullo “European Child and Adolescent Psychiatry”. E che interessa molto da vicino anche l’Italia: tra i pronto soccorso pediatrici presi in esame all’interno del dossier, infatti, ci sono anche quelli di Cagliari e Torino, dove il fenomeno emerge purtroppo in tutta la sua allarmante dimensione: i bambini e gli adolescenti fanno registrare senmpre più problemi psicologici da quando, a causa delle chiusure delle scuole, si sono trovati bloccati a casa, seduti davanti a uno schermo per gran parte del giorno.
E così ad aumentare sono anche le chiamate al telefono Azzurro, un modo per far capire al mondo esterno tutto il proprio disagio. “Non posso continuare a vivere così. La Dad è troppo difficile per me. Non riesco a concentrarmi, finisce che non ascolto la lezione e in più odio stare davanti a una telecamera, perché mi mette ansia” è una delle conversazioni riportate dal Corriere delle Sera tra un ragazzo minorenne e un operatore. Una delle tante, purtroppo. La maggior parte dei giovani che si rivolge ai servizi di aiuto lamenta abulia, depressione, crollo della concentrazione e dell’autostima. Qualche volta arrivano anche gesti di autolesionismo, come confermato dalle strutture ospedaliere.
Gli accessi per atti di autolesionismo in marzo e aprile 2020 sono infatti aumentati dal 50% al 57%, secondo il dossier, con un’incidenza in crescita degli “intenti suicidi” e dell’isolamento come fattore scatenante. Un dato che rischia di crescere ancora col passare delle settimane, e che dovrebbe far riflettere sui rischi ai quali sono esposti i nostri ragazzi, ai quali da oltre un anno viene impedito di frequentare la scuola con regolarità.
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