Mentre in Italia resta dominante una lettura, sposata anche dalle principali testate, che difende Conte e Speranza e addita come “No vax” chiunque abbia espresso dubbi sui vaccini, nel resto del mondo le cose stanno fortunatamente cambiando. Con elementi inediti che continuano a venire alla luce settimana dopo settimana. È il caso, per esempio, di un articolo pubblicato sulla rivista scientifica British Medical Journal (Bmj), nel quale sono descritte le clamorose falle del sistema di farmacovigilanza americano Vaers (Vaccine Event Reporting System). Il report, intitolato “Il sistema di farmacovigilanza non funziona?”, è in questo senso molto netto e boccia totalmente il meccanismo, sottolineando come abbia contribuito alla sottovalutazione del fenomeno degli eventi avversi. E citando una sorta di “registro segreto”. (Continua a leggere dopo la foto)
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L’articolo, riportato anche da La Verità, ha sottolineato come dall’introduzione dei vaccini anti-Covid, le segnalazioni di eventi avversi sarebbero balzate a oltre 1 milion e 700 mila. Di questa, una su cinque sarebbe stata classificata come “grave”. Eppure le istituzioni continuano a non ascoltare le vittime, chi ha visto la propria vita stravolta dall’iniezione. Preferendo fingere di non vedere e non sentire. (Continua a leggere dopo la foto)
Eventi avversi, spunta il “registro segreto”: la clamorosa scoperta
Sulla testata Bmj sono state pubblicate anche alcune testimonianze. Come quella del 49enne Robert Sullivan, sportivo e in perfetta forma e di colpo collassato sul tapis roulant mentre si allenava: “Ipertensione polmonare a esordio improvviso”. L’uomo ha provato a segnare il proprio caso al Vaers, il sistema che dovrebbe occuparsi proprio di catalogare questi episodi. Trovandosi però di fronte un muro. Il tutto mentre casi come il suo venivano catalogati in una sorta di “registro segreto”, di tatto non accessibile al pubblico, che poteva invece basarsi soltanto su dati molto meno allarmanti. (Continua a leggere dopo la foto)
Nel migliore dei casi, il problema sarebbe da ricondurre al poco personale a disposizione del Vaers. Ma non mancano utenti che hanno avanzato l’ipotesi di casi sottostimati per non creare allarmismo né problemi alle industrie farmaceutiche, che nel frattempo stavano macinando affari a palate. Protette da una fittissima coltre di silenzio.
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