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“Ecco come Conte e Speranza nascosero il virus”. Covid, le nuove rivelazioni bomba: cosa emerge

Pubblicato il 08/02/2024 10:17

Il giornalista Max Parisi e il consigliere regionale della Lombardia Davide Caparini hanno scritto un interessantissimo libro intitolato “L’armata rotta” (Koinè nuove edizioni) in cui si ripercorrono i giorni in cui scoppiò l’emergenza Covid e in cui vengono evidenziati tutti gli errori e le omissioni del governo giallorosso. Insomma, nuove scoperte e nuove rivelazioni che mettono ancora di più nei guai Conte e Speranza. LaVerità, per gentile concessione degli autori e dell’editore, ha pubblicato un estratto assai significativo, che qui riprendiamo in parte. Scrivono gli autori: “Esisteva un piano per combattere il Covid. Esisteva e venne tenuto segreto da Conte in persona. Fu la peggiore di tutte le sue azioni: tenere all’oscuro i governi regionali del vero e tremendo pericolo che rappresentava il Covid. Conte ne era al corrente e stette zitto”. Un’accusa pesantissima. (Continua a leggere dopo la foto)
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Rivelano Parisi e Caparini: “Il piano per difendere l’Italia dal Covid porta la data del 12 febbraio 2020. Avete letto bene: 12 febbraio 2020. Questo documento di 40 pagine evidenziava ben tre differenti scenari di «rischio epidemia» corredati da una miriade di dati, tabelle, grafici. Questo documento doveva servire per preparare i provvedimenti per arginare, come minimo, e contrastare, come regola, l’epidemia di Covid in arrivo in Italia, dopo che era esplosa in Cina. Questo documento era titolato «Piano Sanitario nazionale per la risposta a un’eventuale pandemia da Covid-19». Titolo estremamente chiaro. Questo documento venne sottaciuto da Conte e la sua esistenza addirittura smentita dall’allora ministro della Salute, Roberto Speranza, il quale ha continuato a negarne l’esistenza fino al 21 aprile 2020, quando ormai il Covid aveva compiuto un massacro in Italia e specialmente in Lombardia”. (Continua a leggere dopo la foto)

Il Piano contro il Covid porta la data del 19 febbraio 2020 e la sua versione definitiva è del 22 febbraio 2020. Il documento elencava scrupolosamente le azioni da compiere, da parte del governo Conte, con la massima celerità. “L’esistenza del Piano pandemico nazionale fu svelata dal Corriere della Sera il 21 aprile 2020″. La notizia di un Piano contro il Covid che prevedeva la catastrofe che di lì a un mese sarebbe avvenuta e che indicava le cose da fare immediatamente da parte del governo per provare a impedirlo, e che il governo non aveva fatto senza neppure avvertire le Regioni del terrificante tsunami virale che si sarebbe abbattuto sull’Italia, sconvolse gli italiani. Conte disse che lui “non era a conoscenza del Piano”. Poi verrà smentito clamorosamente dal rappresentante delle Regioni nel Cts, il dottor Alberto Zoli, che è anche direttore generale di Areu, l’Agenzia regionale emergenza urgenza. Zoli dichiarerà: «Mai avrei potuto rivelare alla Lombardia la presenza di un documento su cui mi è stata imposta riservatezza assoluta. Il documento del Piano mi è stato consegnato brevi manu in busta chiusa con l’intitolazione Consiglio dei ministri e il vincolo assoluto di riservatezza”. (Continua a leggere dopo la foto)

Infine, l’accusa pesantissima: “Conte, che avrebbe dovuto come minimo non dormire la notte, dopo aver letto il Piano in questione, […], pensò bene di depauperare le già striminzitissime scorte di materiale sanitario contro le epidemie inviandone tonnellate… alla Cina! Alle 14.50 del 15 febbraio 2020, decollò da Brindisi un volo diretto a Pechino. A bordo, ci sonò due tonnellate di materiale sanitario. Pochi giorni dopo, mascherine e tute di protezione per gli operatori sanitari si riveleranno introvabili nelle zone più colpite della Lombardia”.

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