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“E’ un flop!”, adesso è ufficiale. Ecco il confronto sui decessi da Covid nelle ultime tre estati

Pubblicato il 11/09/2022 13:46 - Aggiornato il 11/09/2022 13:52

I dati lo dimostrano chiaramente: per l’Italia l’estate 2022 è stata la peggiore dall’inizio della pandemia di Covid-19 in termini epidemiologici. Nel trimestre estivo che va dal 1° giugno al 31 agosto, infatti, è stato registrato un aumento esponenziale sia in termini di contagi che dei morti. Sebbene i numeri dei contagi e dei decessi siano aumentati, oggi la questione è più “socialmente accettata”, un po’ perché il Covid è entrato a far parte della nostra vita e un po’ perché abbiamo capito che, in realtà, il conteggio delle vittime della pandemia è tutt’altro che veritiero nel riportare le reali cifre di coloro che sono morti veramente a causa del Covid. Nei bollettini, infatti, è ormai noto che vengono inseriti anche e principalmente i morti “con” il Covid, cioè deceduti per altre patologie ma positivi al tampone di controllo.
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D’altro lato, il metodo del calcolo dei contagi e dei decessi è rimasto sempre uguale. Così come uguali sono state le condizioni di vita delle tre estati italiane: tendenzialmente prive di restrizioni. Nel giugno 2020 era già finito il lockdown, così come nel 2021 era già stato abolito il coprifuoco. In entrambe, poi, era stato abolito l’obbligo di indossare le mascherine. In verità, l’estate di quest’anno è stata quella con le maggiori restrizioni, ovvero l’obbligo del Green Pass per gli ospedali e le case di riposo e l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari, che non c’erano né nel 2020 né nel 2021, così come l’obbligo di mascherina ffp2 sui mezzi pubblici.
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A parità di condizioni e di metodo di calcolo, quindi, il confronto dei dati è assolutamente valido. Parlando del 2020, dal 1° giugno al 31 agosto abbiamo avuto 36.195 contagi e 2.068 morti. Nel 2021, dal 1° giugno al 31 agosto abbiamo avuto 322.170 contagi (+790%) contagi e 3.093 morti (+49%). Nel 2022, invece, dal 1° giugno al 31 agosto abbiamo avuto 4.446.347 contagi (+1.280% sul 2021 e +12.184% sul 2020) e 8.898 morti (+188% sul 2021 e +330% sul 2020). Numeri abbastanza eloquenti, per usare un eufemismo, specialmente se teniamo conto del fatto che quest’estate è stata la prima a vedere la quasi totalità della popolazione iper-vaccinata (86% con una dose, 81% con due dosi, 66% con tre dosi).
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Collegare il tragico aumento dei morti e dei contagi alle vaccinazioni è chiaramente un’ipotesi abbastanza aleatoria, ma una cosa è certa: i numeri dicono che questi vaccini non sono serviti a risolvere il problema, né a superare la pandemia, né a diminuire i numeri di morti e di contagi. Insomma, non hanno funzionato, disattendendo completamente le promesse iniziali delle case farmaceutiche ed i conseguenti proclami delle autorità. Al contrario, stando ai numeri oggi viviamo una situazione epidemiologica molto peggiore rispetto ad uno o due anni fa. L’unica differenza è che oggi i media si concentrano su altro, facendo sì che i livelli di allarmismo e di isteria di massa siano molto più ridotti. Questo a riprova del fatto che, certe volte, le “emergenze” vengono create e cucite ad hoc da stampa e governo, un altro fatto interessante di cui è bene tener sempre conto.

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