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Draghi “governa” l’Italia da 30 anni. Storia di un sopravvalutato e dei disastri che ha combinato

Pubblicato il 15/07/2022 13:09

Hanno cercato in tutti i modi di dipingerlo come “figura autorevole e di spicco”, “un profilo altamente riconosciuto a livello internazionale”, “l’uomo che dopo l’euro salverà l’Italia” e via dicendo. Ma Mario Draghi ha realmente accumulato nel curriculum le mirabolanti imprese che certa stampa gli riconosce continuamente? A dare un’occhiata ai numeri, in realtà, non sembrerebbe. Anzi. I trent’anni che hanno visto l’ex presidente della Bce come protagonista hanno visto il Paese ammalarsi inesorabilmente, piuttosto che guarire.

Tra le analisi in controtendenza con quelle delle testate mainstream c’è quella condotta da Carlo Cambi sulle pagine della Verità: “Non si è letto da nessuna parte che se l’Italia è messa così forse è colpa anche di Mario Draghi. Si tende a rappresentare l’ex banchiere centrale europeo come un supertecnico reclutato da Sergio Mattarella per risolvere due emergenze: Pnrr e Covid. Si è aggiunta tragicamente l’emergenza dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, ma si sa bene che il governo di larghe intese nasce come esecutivo di scopo”. Meglio, allora, riannodare i fili.

Draghi è stato direttore generale del ministero del Tesoro dal 1991 al 2004, governatore della Banca d’Italia dal 2005 al 2011, presidente della Bce dal 2011 al 2019. Ha avuto in mano ruoli chiave determinanti per l’economia italiana. Un lasso temporale nel quale, però, l’Italia non ha affatto tratto giovamento dai suoi contributi: “L’indebitamento italiano nel ’90 era al 91% del Pil, quando Draghi lascia il Tesoro è al 108% del Pil. La pressione fiscale che Draghi eredita al 38,2% arriva al 42,7% nel ’93, al 42,3 nel 1998 e quando Draghi esce dal Tesoro è al 39,9%. Nel 1991 il reddito italiano medio era 21.950 dollari, dopo la cura Draghi scende nal 2000 a meno di 20 mila dollari salvo poi risalire. Ma sappiamo che dall’entrata in vigore dell’euro gli italiani hanno perso oltre il 3% del reddito”.

E ancora: “In termini assoluti Draghi assume il ministero del Tesoro con un debito pari a 850 miliardi di euro e esce lasciando 1.449 miliardi. Nel frattempo ha realizzato 100 miliardi dalle privatizzazioni. Se si prendono i dati del Pil c’è da stare ancora meno allegri: solo tre anni buoni, il 1994 (+2,2), il 1995 (2,9) e il 2000 (3,7)”. E il Draghi banchiere? Sotto la sua gestione è apparso il buco di Monte dei Paschi di Siena, quello della Popolare di Vicenza, il caso Delta. Dopo trent’anni, l’Italia attraversata in lungo e in largo da Draghi continua a essere una malata cronica.

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