Non c’è davvero pace per Novak Djokovic, il re del tennis finito da tempo nel mirino di una parte dell’opinione pubblica perché “reo” di aver rifiutato di vaccinarsi contro il Covid. Una scelta personale che lo ha fatto finire al centro di un vero e proprio tritacarne mediatico, con tanti virologi e scienziati a puntare il dito contro l’atleta a ogni occasione utile. Nelle ultime ore, contro il serbo si è sollevato l’ennesimo polverone. “Ha rifiutato il test prima della gara. Se l’organismo anti-doping fa il suo lavoro, il signor Djokovic deve essere sospeso” queste le parole di Marc Madiot, ex ciclista e oggi team manager della Groupama FDJ. Una presa di posizione durissima e che sta facendo parecchio discutere. (Continua a leggere dopo la foto)
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A inizio settimana, parlando ai microfoni dell’emittente RMC Sport, Madiot ha commentato la polemica scatenata da Novak Djokovic durante la Coppa Davis. Il serbo, terminato il quarto di finale contro la Gran Bretagna, si era lamentato per un controllo anti-doping a sorpresa comunicato “un’ora e mezza prima dell’inizio della partita”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Va squalificato”. Ancora fango su Djokovic
Irritato per l’accaduto, Djokovic aveva detto: “Non ho ancora completato il controllo, ora darò il sangue”. Affermazione che da molti è stata tradotta come un rifiuto, almeno parziale, di effettuare il test. Ora, l’intervista di Madiot ha riacceso i riflettori sull’episodio. Secondo l’ex campione francese “ci sono alcuni prodotti dopanti che possono essere rilevati in un tempo estremamente limitato. Se non si effettua un controllo prima dell’inizio della competizione, il tempo della partita consente di eliminare le tracce del prodotto dopante”. (Continua a leggere dopo la foto)
Come riportato dal Fatto Quotidiano, Djokovic ha ricostruito diversamente l’accaduto: “Un uomo mi ha seguito per un’ora e mezza. Ho la mia routine e non voglio distrazioni: pensare al prelievo del sangue, pensare se dovrò donare un campione di urina, trovo questo completamente illogico”
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