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Conte, decreto “facile” per i cittadini: è lungo 13 volte la Costituzione. Ha 123mila parole

Pubblicato il 27/03/2020 12:44

Dovrebbe essere una cosa utile per i cittadini, una cosa che loro dovrebbero capire subito. E invece è un intrigo di 123mila parole, rimandi, premesse, deroghe. Un decreto lungo 13 volte la Costituzione. Lo ha analizzato nel dettaglio Gian Antonio Stella sul Corriere: “Un delirio. Che rischia di minare lo stesso sforzo straordinario compiuto in queste settimane da altri pezzi della pubblica amministrazione”. Un attorcigliarsi su se stesso nel tentativo di tenere insieme leggi, leggine, commi e sottocommi. In questo “Testo coordinato delle ordinanze di protezione civile”, lungo 295 pagine (“una follia assoluta”, ha scritto Franco Bechis), la parola “de-roga” è presente 131 volte. Tante.

Per non dire dell’incipit del decreto. Scrive Stella: “12 «visto» e «vista», 2 «considerato» e «considerati», i «ritenuto», i «tenuto conto», i «su proposta e due 2 «sentiti» per un totale di 19 premesse. O dei grovigli: ‘Per l’anno 2020, i termini del 16 marzo di cui all’articolo 4, commi 6-quater e 6-quinquies del decreto…’. Fino alle leccornie: ‘Le banche popolari, e le banche di credito cooperativo, le società cooperative e le mutue assicuratrici, anche in deroga all’articolo 150-bis, comma 2-bis, del decreto legislativo 1° settembre 1993 n. 385, all’art.135-duodecies del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58 e all’articolo 2539, primo comma…’. Ma cos’è, questo ‘art. 135- duodecies’? Come può un cittadino capire qualcosa (in questi giorni poi!) di parole come ‘duodecies’ usate solo nei testi iperspecialistici e spiegate solo in libri antichi?”.

Lo stesso decreto firmato da Domenico Arcuri, il commissario agli approvvigionamenti contro il Covid-19, non brilla per semplicità. Più le regole sono serie, più dovrebbero essere chiare a tutti. La Costituzione ha “solo” 9369 parole, ossia un tredicesimo del decreto di oggi, e il 74% delle parole erano usate e capite da tutti gli italiani.

Infine si chiede Stella, e ce lo chiediamo tutti: “Possono dire, i ‘tecnici’ che oggi confezionano le leggi chieste da chi è il governo, di destra o sinistra che sia, di aver ancora come primo obiettivo quello di essere compresi dai cittadini?”. La risposta ci appare evidente.

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