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Ddl concorrenza, tassisti sul piede di guerra contro il governo: cosa sta succedendo

Pubblicato il 05/11/2021 13:57 - Aggiornato il 07/12/2022 18:37

Il governo Draghi dichiara guerra ai tassisti, inserendo nel disegno di legge concorrenza, che ha già incassato l’ok del Consiglio dei ministri, una serie di norme sulle liberalizzazioni con lo scopo di aprire il mercato del trasporto privato ad altri operatori. Come anticipato dal Tempo, nonostante non sia ancora del tutto chiara la direzione in cui l’esecutivo vuole muoversi sono già partite le proteste delle maggiori associazioni del settore, pronte ad alzare barricate.

Ddl concorrenza, tassisti sul piede di guerra contro il governo: cosa sta succedendo

Draghi e i suoi ministri sono orientati a garantire agli utenti una maggiore concorrenza, con regole più stringenti per i servizi di Tax e Ncc, tramite una delega al governo per adottare entro sei mesi un decreto in materia di trasporto pubblico non di linea. I principi che saranno seguiti, scrive il Tempo, saranno quelli della “promozione della concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze, al fine di stimolare standard qualitativi più elevati” e la “garanzia di una migliore tutela del consumatore nella fruizione del servizio, al fine di favorire una consapevole scelta nell’offerta”.

Nuove norme che andranno a definire standard nazionali uguali per tutti e introdurre “sanzioni efficaci, dissuasive e proporzionate alla gravità della violazione” nei confronti di chi esercita il trasporto pubblico abusivamente. Per i sindacati dei tassisti, l’ipotesi di inserire “il comparto del trasporto pubblico non di linea nel Ddl concorrenza” è però “inaccettabile”, con varie sigle (Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Tam, Satam, Claai, Unimpresa, Usb taxi, Or.S.A taxi, Ati Taxi, Fast Confsal e Associazione Tutela Legale Taxi) che hanno già firmato una lettera di protesta indirizzata a Palazzo Chigi.

Secondo i lavoratori, il settore ha già stato oggetto di innovazioni rilevanti negli ultimi anni: “La normativa che disciplina il settore è già stata profondamente revisionata e adeguata ai tempi nel 2019 – hanno spiegato – e ha abbondantemente superato il vaglio di legittimità della Corte costituzionale, allora presieduta dal ministro Marta Cartabia. A oggi occorre solamente concludere l’iter di riforma con l’approvazione dei previsti decreti attuativi e di un Dpcm per la disciplina delle app, già nella disponibilità legislativa della Presidenza del consiglio”. La paura è che la riforma sia dettata “dalle pressioni di particolari gruppi di interesse e grandi multinazionali, cche vorrebbero trasformare i lavoratori da drivers in riders”.

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