Un governo segnato da mille tensioni, con la minaccia di crisi costantemente all’orizzonte e costretto ad andare avanti a colpi di appelli, trattative, fiducia. Quella posta, per esempio, sul Decreto legge Covid relativo all’obbligo vaccinale per gli over 50: dopo i recenti sgambetti della Lega, che aveva votato insieme a Fratelli d’Italia e a ex esponenti del M5S a favore del superamento del Green pass, Mario Draghi ha scelto di blindare la votazione, inviando un segnale preciso ai partiti che sostengono il suo esecutivo. Riuscendo a ottenere, almeno per il momento, il risultato sperato.
Informato della decisione del governo di porre la fiducia sull’obbligo vaccinale per gli over 50, Matteo Salvini ha infatti subito chiarito: “L’esecutivo ha messo la fiducia sul dl Covid? Noi la fiducia al governo la votiamo sempre”. Chiarendo così che dalla Lega non arriveranno ulteriori sorprese. Per ora, verrebbe da aggiungere, visto che in realtà la questione è tutt’altro che chiusa e il Carroccio insiste, anche se con toni più pacati, sull’opportunità di pensionare il Green pass una volta dichiarata la fine dello stato di emergenza. Richiesta che Draghi continua a non voler sentire.
Anche dopo aver promesso il suo “sì” a Draghi sulla fiducia, Salvini non ha infatti mancato di ribadire: “Tutta Europa, anzi tutto il mondo va verso le riaperture. Il 31 marzo per quello che ci riguarda finisce lo stato di emergenza, con tutto quello che ne consegue”. Parole che non hanno mancato di scatenare malumori anche tra i sostenitori leghisti, pronti a tuonare sui social: “Perché ci dichiariamo contrari alle restrizioni e poi accorriamo a garantire la fiducia sull’obbligo vaccinale per gli over 50? A quando una vera presa di posizione?”.
Segnali di un timido pressing sul governo sono arrivati anche da Forza Italia, con Maria Stella Gelmini a commentare la notizia della fiducia sull’obbligo vaccinale così: “Tutti pensiamo che si debba andare verso un graduale allentamento delle misure, perché grazie ai vaccini si raffredda la curva dei contagi e i numeri fanno ben sperare”. Anche in questo caso, però, il sì all’esecutivo è più che scontato, senza colpi di scena all’orizzonte.
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