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“Chi ha sbagliato deve pagare”. L’iniziativa dei danneggiati da vaccino contro Aifa: “Andremo fino in fondo”

Pubblicato il 30/03/2023 09:37

Sapevano tutto ma hanno preferito tacere, negando la verità. L’ultimo servizio di Fuori dal Coro sull’ex direttore generale Aifa Nicola Magrini e sugli altri vertici dell’Agenzia è arrivato come una mazzata, un colpo durissimo per le famiglie di persone che ancora oggi soffrono per le conseguenze della vaccinazione anti-Covid: tutti erano al corrente del rischio di effetti avversi, nessuno ne ha parlato apertamente. Anzi, ufficialmente si continuava a sostenere che i farmaci fossero perfettamente sicuri. Chi non si allineava a questa narrazione (falsa) veniva bollato come “pericoloso no-Vax”. Una rivelazione che ha messo sul piede di guerra tante persone da ogni Regione d’Italia. La Verità ha raccolto lo sfogo di Anna, mamma di Rocco Stamato: “Voglio incatenarmi fuori dall’Aifa”. Il figlio era finito in terapia intensiva dopo l’inoculazione con Moderna: “Mi dissero che se fossimo arrivati con un minuto di ritardo in ospedale sarebbe morto”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Rocco si era vaccinato, come tanti altri, non per convizione, ma perché obbligato dai ricatti di un governo che rendeva la vita impossibile a chi rifiutava la puntura. Alto e sportivo, non aveva mai avuto problemi cardiaci. Dopo il ricovero d’urgenza è dovuto restare per mesi a letto e non è ancora riuscito a tornare a una vita normale, tormentato da una perimiocardite. Nessun medico ha ammesso la correlazione con il vaccino, ma prima delle dimissioni una cardiologa ha detto alla madre: “Signora, è quello che pensa lei”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Ora dico basta – ha spiegato a La Verità la madre del ragazzo – vado a Roma a protestare fuori la sede dell’Aifa e spero che con me si muovano tanti altri genitori o cittadini danneggiati dal vaccino. Ma voglio che ci siano anche avvocati, agguerriti nel difenderci”. Una rabbia espressa anche da Barbara D’Ambrosio, 47 anni della provincia di Torino. Anche la sua vita è cambiata dopo l’inoculazione: “È stato un crescendo di sintomi. Bruciore ad alcuni organi, capillari rotti, irregolarità nel ciclo mestruale. Poi le gambe hanno smesso di rispondere”. (Continua a leggere dopo la foto)

Ancora oggi, Barbara soffre di neuropatia delle piccole fibre, ha sempre bruciori interni e soffre di problemi alle gambe e alla vista. Soffrendo di tiroidite cronica autoimmunue, rientrava perfettamente nella categoria dei soggetti fragili. Eppure i medici l’avevano incitata ugualmente alla vaccinazione: “Ho sete di giustizia, la verità deve uscire fuori per me e per tutte le persone che soffrono. Chi ha sbagliato deve pagare”.

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