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D’Alema se ne frega dei cittadini e fa l’europeista convinto: “Senza Ue siamo finiti”

Pubblicato il 03/04/2020 13:29

Massimo D’Alema continua ad essere un europeista convinto, del resto non potrebbe fare altrimenti. Appartiene a quella fetta di classe politica e dirigente che dall’Europa ha avuto tutto da guadagnare. Quella fetta di classe politica e dirigente, insomma, che dei problema reali dei cittadini sa poco o nulla e che ora – in piena emergenza e con una crisi economia di fronte senza precedenti – non è in grado di rendersi conto quanto le persone – quelle vere – siano sull’orlo della disperazione. E allora eccolo qua, D’Alema, che in un’intervista di Stefano Cappellini per Repubblica, ribadisce a gran voce: “Ogni riflessione sulla Ue deve essere dimensionata sulla certezza che non c’è alternativa, anzi, che ogni alternativa è peggio”.

E ancora: “Il rigurgito di un nazionalismo becero non serve a niente, forse a guadagnare qualche consenso, ma la prospettiva di una Italia senza Europa è catastrofica. Se la Bce, al di là delle gaffe di Lagarde, non comprasse 250 miliardi di debito pubblico italiano, come potremmo sostituire questo impegno?”. Bene, le alternative, invece, sono tante e sono chiare. E dimostrano che c’è urgenza, per l’Italia, di avere una sua banca e di stampare moneta per iniettare liquidità nelle tasche di cittadini e imprese, esattamente come stanno facendo Usa, Cina e tanti altri grandi Paese. D’Alema, però, precisa:”L’effetto della crisi causata dalla pandemia toccherà ancora più profondamente la vita delle persone. Vedo già in azione molti difensori dello status quo, che invitano a non usare l’emergenza come occasione per ridiscutere i modelli di sviluppo”.

Poi il rigorista europeo rispunta fuori: “L’Italia non può solo chiedere soldi, deve dire a gran voce come intende usarli”. Il giornalista gli sottopone poi la riflessione di Grillo sul reddito universale perché il lavoro – dice – non tornerà. “Non credo a una società senza lavoro”. L’ipotesi Draghi presidente di un governissimo? “Ho una grande stima di Draghi. Da presidente del Consiglio consigliai al dottor Cuccia, uomo di altissimo livello con il quale avevo un buon rapporto, di prendere Draghi, allora direttore generale del Tesoro, come nuovo capo di Mediobanca”. L’attuale maggioranza di governo è in grado di affrontare una fase cosi complessa? “Complessivamente il governo ha gestito bene l’emergenza”.

Sulla sanità pubblica D’Alema sostiene: “Non credo si possa statalizzare tutta la sanità, ma occorre rafforzare il ruolo dello Stato centrale nel definire gli obiettivi e garanzie. E deve esserci una norma che consenta una guida unica nei momenti di emergenza”. Insomma, la visione di D’Alema, che poi coincide con quella di larga parte del Pd, è procedere a oltranza con la difesa dell’Ue e con la propaganda di un mondo senza alternative. L’Ue, invece, ora più che mai si è dimostrata incapace di andare incontro ai problemi reali delle persone. Servono soldi, serve liquidità, non servono paletti e vincoli. Serve un’Italia indipendente e sovrana.

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