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Crisi energetica, il piano dei controlli: condomini, abitazioni, uffici pubblici e imprese. Ecco come funzionerà

Pubblicato il 09/09/2022 17:43

Lo avevamo anticipato e alla fine si è avverato. Alla fine il Governo ha deciso per il razionamento del gas. La misura è al via in tutta Europa, Italia compresa. Ma cosa significa esattamente abbassare i termosifoni di un grado? L’obbiettivo principale è quello di risparmiare materia prima per fronteggiare l’emergenza energetica in vista del prossimo inverno. La scarsità di offerta sul mercato dopo la chiusura del Nord Stream 1, infatti, rischia di minare seriamente la tenuta dell’intero sistema europeo. Se le scorte non dovessero bastare – e sono in molti a dire che non basteranno – l’Italia potrebbe trovarsi a dover fronteggiare parte dei mesi più freddi addirittura senza gas. Questo significherebbe non poter riscaldare case, aziende e strutture pubbliche; non poter alimentare le centrali termoelettriche che utilizzano la preziosa materia prima per produrre, appunto, elettricità; non poter garantire alle imprese italiane di poter continuare a produrre, causando dunque il collasso dell’intero sistema socio-economico nazionale.
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Le misure previste

Bisognava muoversi velocemente per trovare delle soluzioni concrete, ma l’Unione Europea ed i vari governi nazionali, finora, sono riusciti a tirare fuori dal cilindro soltanto un mucchio di proclami coadiuvati da una buona dose di misure miopi e dagli effetti ancor più devastanti. Per quanto concerne l’Italia, la misura sul tavolo del Governo proprio in questi giorni prevede anzitutto l’abbassamento di un grado della temperatura dei termosifoni, che da 20°C deve passare a 19°C. Inoltre, si andrà a risparmiare anche sul periodo di accensione dei caloriferi. Nella fattispecie, almeno 15 giorni, posticipando l’accensione e anticipando il loro spegnimento di una settimana. Saranno applicate inoltre
diverse altre misure, di cui si è recentemente parlato nella presentazione del nuovo Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale.
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Razionamento luce e gas

Ma il futuro degli italiani non è fatto solo di termosifoni più freddi… Anche città più buie. Il piano per il gas razionato, infatti, passa anche attraverso le limitazioni al consumo dell’elettricità. Già oggi, in alcune città italiane, è stata autorizzata la diminuzione dell’illuminazione pubblica fino al 40%. D’ora in avanti, in molti territori, tutte le insegne pubbliche dovranno risultare spente alle ore 23. Le novità riguardano anche il settore pubblico. Per risparmiare sul riscaldamento degli edifici, infatti, è stata avanzata la proposta di tenere i dipendenti per 15 giorni in smartworking. Inoltre, come riporta SkyTG24, gli uffici della pubblica amministrazione chiuderanno i battenti alle ore 17,30. Che sia riscaldamento o luce o pc, le misure di risparmio dei consumi negli edifici dello Stato o delle Regioni vengono decise in autonomia dalle singole amministrazioni e magari messe a confronto e coordinate a livello centrale. Su questo punto si potrebbe arrivare ad una direttiva.
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Non solo pubblico, controlli anche per i privati

Ma gli uffici pubblici non saranno i soli ad essere sottoposti a limitazioni: anche i privati saranno chiamati a rispettare le nuove regole, sia sui luoghi di lavoro che nelle abitazioni. La domanda che in molti si pongono è “Come farà lo Stato a controllare che nelle case degli Italiani non si sfori la temperatura massima?”. Ebbene, i controlli verranno effettuati soprattutto nelle case che hanno un riscaldamento centralizzato, dove spetterà agli amministratori di condominio monitorare la temperatura, mentre per chi ce l’ha autonomo al momento non sarà possibile effettuare controlli. In ogni caso le ispezioni saranno a campione, nelle abitazioni private, così come negli altri tipi di edifici. E comunque il governo ha già pronta la nuova macchina della propaganda: una serie di spot e campagne di sensibilizzazione sul tema del risparmio energetico.
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Che cosa ci attende

Al momento, il piano di Cingolani non ha previsto alcuna multa per chi non rispetta le regole, ma non bisogna cantar vittoria: allo studio del governo c’è la possibilità che un qualche tipo di sanzione venga aggiunta. Se la soluzione, per ciò che concerne i controlli relativi all’applicazione delle nuove misure, appare scontata per la pubblica amministrazione, resta comunque da sciogliere il nodo dei controlli tra i privati. Futuri coprifuoco e lockdown energetici sono ben più di una semplice ipotesi. Prepariamoci all’ennesima epoca di sacrifici causati dalla gestione di una classe politica europea e nazionale di infimo livello.

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