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“Crimini contro l’umanità”. Le Ong tedesche si scagliano contro i ministri italiani: “Denunciati”

Pubblicato il 30/11/2022 17:56

Le Ong sono sul piede di guerra e nel loro mirino ci sono alcune personalità di spicco del Belpaese. European Center for Constitutional and Human Rights (Ecchr), una Ong di giuristi, ha infatti denunciato Matteo SalviniFederica Mogherini e Marco Minniti alla Corte penale internazionale (Cpi). L’accusa dei giuristi sarebbe quella di “crimini contro l’umanità nei confronti di migranti e rifugiati, intercettati in mare e sistematicamente riportati e detenuti in Libia”, dove sono sottoposti a “detenzione sistematica”. L’Ong di giuristi ha sede a Berlino e che si occupa di diritti umani. Come riporta Il Tempo, il pool di avvocati avrebbe messo a punto un dossier con il sostegno di Sea-Watch, successivamente inoltrato all’Aja coadiuvato da una a denuncia in cui si chiede alla Corte penale internazionale di “indagare sulla responsabilità penale individuale di funzionari di alto livello degli Stati membri dell’Ue e delle agenzie dell’Ue in merito a molteplici e gravi privazioni della libertà personale, risultanti da operazioni di intercettazione in mare tra il 2018 e il 2021″.
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Nel mirino dell’Ecchr finiscono il vicepremier nonché ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, l’ex Alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini e l’ex ministro dell’Interno Marco Minniti. Ma non solo italiani, perché le intenzioni delle Ong sembrano molto serie. Le accuse sono state mosse anche all’attuale Primo Ministro di Malta, Robert Abela, all’ex Primo Ministro di Malta, Joseph Muscat, all’ex direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri, come anche a diversi membri dei Centri di Coordinamento del Soccorso Marittimo italiano e maltese.
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La denuncia si baserebbe su prove e testimonianze dirette raccolte da Sea-Watch e da giornalisti investigativi appositamente assoldati. Chantal Meloni, consulente di Ecchr e legale dei diritti umani, ha così descritto l’azione giudiziaria: “Si tratta di far luce sul sistema delle intercettazioni in mare dei migranti e sulla esternalizzazione della gestione dei flussi messa in atto dall’Ue affidandola alla cosiddetta Guardia costiera libica, fornendo finanziamenti, motovedette, attrezzature e formazione, nonché partecipando direttamente a singole operazioni di intercettazione in mare, ad esempio fornendo informazioni sulla posizione delle imbarcazioni in pericolo”. Poi ha aggiunto: “Tali operazioni si inseriscono in un sistema diffuso di sfruttamento, che prende di mira tali gruppi vulnerabili in Libia. La Corte penale internazionale deve pertanto indagare sulla collaborazione tra questi operatori europei e libici e assicurare i responsabili alla giustizia”. Questo è quanto sostenuto dall’Ong di giuristi.
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Anche Andreas Schueller, direttore del programma di International Crimes and Accountability presso l’Ecchr, è intervenuto sulla questione spiegando che “L’attuale sistema di supporto da parte dell’Ue alle capacità e alle operazioni della cosiddetta Guardia costiera libica lungo la rotta del Mediterraneo centrale. La Libia non è un luogo sicuro per migranti e rifugiati. Il diritto marittimo internazionale prevede che le persone soccorse in mare debbano essere sbarcate in un luogo sicuro. Nessuno dovrebbe essere riportato in Libia dopo essere stato soccorso in mare”, ha sottolineato il tedesco.
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L’Ecchr ha presentato istanze molto precise, tra cui l’immediata “fine a qualsiasi politica, finanziamento o programma da parte della Ue e dei suoi Stati membri finalizzati ad esternalizzare i confini europei e a contenere i migranti in Libia“, come anche che si dia il via ad “un’operazione Sar europea a carattere civile, non militare, finanziata e coordinata dagli Stati membri, che operi in tutta l’area del Mediterraneo nel rispetto del diritto marittimo e dei diritti umani e che adempia al dovere di prestare assistenza alle persone in difficoltà e di sbarcarle in un luogo sicuro”.

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