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“Non ci sarà una seconda ondata Covid. La scuola? Governo incapace: ecco perché”

Pubblicato il 31/08/2020 12:59

Mentre in Italia i giornali fanno a gara a chi spara il numero più alto di contagi giornalieri da Covid, fortunatamente una folta schiera di virologi ed esperti continua ad avere un atteggiamento di prudenza e di responsabilità, cercando di non creare allarmismi inutili e invitando tutti a riflettere sulla realtà che stiamo affrontando e che dovremo ancora affrontare. Antonio Di Francesco, per La Verità, ha intervistato proprio su questo tema il virologo Giorgio Palù, professore emerito di microbiologia e virologia dell’Università di Padova e già presidente della Società europea di virologia, il quale invita a non drammatizzare: “Abbiamo il dovere di non sottovalutare la situazione, ma non so dove possano portarci l’allarmismo continuo e il catastrofismo”.

Spiega Palù: “Che scenari abbiamo? Possiamo permetterci un nuovo lockdown? Possiamo permetterci di tenere ancora chiuse le scuole? Io dico di no, con questo virus vivremo ancora a lungo, forse per sempre”. Prudenza, dunque, ma non allarmismo. “I nuovi contagi da Covid sono delle infezioni in larga misura asintomatiche, per le quali i ricoveri non sono necessari. In Italia ci sono tra i 65 e i 70 pazienti in rianimazione, siamo lontanissimi dalle migliaia di casi che abbiamo vissuto nella prima fase dell’emergenza. La letalità è bassa, anche se ci trasciniamo ancora le percentuali dei primi mesi”.

Insomma, secondo Palù non ci sono i presupposti per una seconda ondata. “È ancora presto per dire quando finirà. E il primo coronavirus pandemico che conosciamo, ha trovato una popolazione totalmente scoperta. Eppure, commentando le Cassandre, posso dire che non c’è alcuna seconda ondata. Abbiamo avuto un picco, ma poi c’è stata una decrescita. Al momento siamo nella fase discendente, con oscillazioni giornaliere. Per parlare di seconda ondata dovremmo avere una risalita della curva importante, un picco superiore al primo”.

Saremo pronti a gestire i contagi da Covid in autunno? “Abbiamo imparato molto a
livello clinico. Abbiamo imparato a prevenire la cosiddetta tempesta citochimica. Se questo virus lo lasciamo andare, c’è il rischio che l’infiammazione produca serie complicazioni, come embolie polmonari e ipercoagulazione. E poi, abbiamo imparato a usare alcuni farmaci importanti, come ad esempio il desametasone: un vecchissimo farmaco, che è un salvavita anche in una condizione abbastanza avanzata della malattia, non solo in quella iniziale. E poi il remdesivir, autorizzato anche dalla Fola americana e già noto per essere efficace contro la Sars e la Mers. C’è da essere un po’ più ottimisti: anche se non ho la sfera di cristallo, più che una seconda ondata mi aspetto una convivenza con il virus”.

Sul Covid, Palù continua: “Questo virus non si estinguerà. Oggi la percentuale dei decessi sui casi diagnosticati è bassa, tra il 3 e il 4%. Ma sappiamo che il numero di infezioni è almeno 4 o 5 volte maggiore rispetto a quelle confermate, per questo credo che la mortalità scenderà all’1% o anche sotto. Un virus con questi numeri è destinato a rimanere e a tornare con stagionalità ogni autunno e inverno. Ora che abbiamo affinato le metodologie diagnostiche e terapeutiche, dovremmo concentrare gli sforzi per proteggere gli anziani e per bloccare i nuovi focolai”.

Battuta finale sulla ripresa scolastica dove regna il caos: “Il governo centrale ha dimostrato di non essere in grado di dare linee guida chiare su principi semplici. Credo sia opportuno che l’operatività venga lasciata alle Regioni. Poi bisogna fare molta attenzione ai trasporti: il distanziamento nelle classi è inutile se ammassiamo i bambini nei bus o nei treni provinciali ci sono studenti a contatto gomito a gomito. La sicurezza nelle scuole verrà garantita solo se saremo in grado di intervenire presto nel focolaio, qualora se ne accenda uno. Se si accende, dobbiamo evitare la crescita esponenziale del virus”.

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