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Covid, l’esempio della Svezia: stessi dati degli altri Paesi, ma senza rinunciare a vivere

Pubblicato il 22/07/2021 13:22

Ci sono Paesi come la Francia e l’Italia che da giorni, ormai, sono segnati da feroci dibattiti politici sulle misure da adottare contro il Covid, con parole come “green pass” e “obbligo vaccinale” all’ordine del giorno. Animati dalle proteste e dalle preoccupazioni da cittadini che temono di dover rinunciare subito a quel poco di libertà riconquistata dopo mesi di restrizioni. E c’è un altro Paese, neanche troppo distante, dove invece si recita un copione ben diverso: la Svezia.

Covid, l'esempio della Svezia: stessi dati degli altri Paesi, ma senza rinunciare a vivere

Restia fin dall’inizio ad adottare provvedimenti duri come i lockdown nazionali, al contrario di altri governi, la Svezia ha fatto registrare un andamento delle curve dei contagi e dei decessi perfettamente in linea con quello degli altri Stati. Ad oggi, dall’inizio dell’emergenza, i positivi sono stati 1.095.758, con 14.615 morti. Considerando la differenza di popolazione, non si notano discrepanze rispetto, per fare qualche esempio, alla Francia (5.911.601 casi e 111.576 decessi), alla Spagna (4.219.723 casi e 81.166 decessi) o alla Germania (3.750.503 casi e 91.458). Anzi. Il tutto, senza aver però rinunciato a due anni di vita.

FILE PHOTO: Passengers wearing protective masks enter an underground railway station, amid the spread of the coronavirus disease (COVID-19) pandemic, in Stockholm, Sweden, January 7, 2021. Jessica Gow/TT News Agency/via REUTERS

Un esempio fin troppo ignorato, quello svedese. Paese che, anzi, è stato messo subito alla gogna da tanti altri Stati Ue per le sue scelte, considerate “scellerate”. Fingendo di non vedere come, invece, i numeri non stavano affatto dando torto al governo di Stoccolma. Che si è sì dotato nel gennaio 2021 di poteri speciali per poter intervenire con restrizioni più pesanti, in caso di peggioramento improvviso della situazione. Ma ha sempre optato per un approccio soft, senza chiudere in casa i propri cittadini e chiedendo loro, piuttosto, collaborazione e buonsenso nei comportamenti.

Ad oggi, in Svezia è in vigore un limite di otto persone allo stesso tavolo nei locali al chiuso, un obbligo per i negozi di non far entrare troppi clienti contemporaneamente (il numero varia ovviamente in base alle dimensioni) e un massimo di 50 persone per gli eventi al chiuso, che aumenta a 300 se l’organizzazione ha previsto dei posti a sedere con distanziamento. Sono anche consentite le manifestazioni all’aperto, con un massimo di 1.800 partecipanti, o gli eventi sportivi. Non proprio una morsa stringente. E così è stato fin dall’inizio, nella convinzione che fosse possibile affrontare il Covid senza dover rinunciare alla normalità. In tanti, però, continuano a fingere che “l’esempio svedese” non esista.

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