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Covid, grazie per il condono delle multe

Pubblicato il 11/12/2024 13:47

Condonando le multe inflitte a coloro che non si erano sottoposti all’obbligo vaccinale, il governo Meloni ha sanato una ferita profonda di una stagione che, in nome dell’emergenza, ha piegato i diritti costituzionali.
Com’è noto a qualcuno, ho condotto una battaglia dura all’obbligo vaccinale e per questa battaglia ho pagato un prezzo caro, a cominciare da quello di essere etichettato e spesso ghettizzato come no-vax. L’idea di essere come Djokovic però ci ha confortati. La mia è stata una battaglia politica che farei mille volte: non ho mai accettato l’idea dell’obbligo e delle sue procedure. Non ho mai accettato che non si potesse minimamente discutere sull’efficacia del vaccino circa la sua efficacia di immunizzazione, manifestata come in un sillogismo assurdo dall’allora premier Mario Draghi: chi non si vaccina, si ammala e muore oppure contagia e fa morire. Abbiamo visto che chi era vaccinato si è ammalato e ha pure contagiato; ricordo il racconto dell’infettivologo Massimo Galli circa una cena con tutta gente vaccinata dove l’infezione di un ospite scatenò il contagio di tutti.


Tra le altre cose non capivo nemmeno il principio per cui tutti erano mallevati dalle responsabilità tranne il soggetto obbligato a vaccinarsi: un controsenso. Non ho mai nemmeno accettato l’idea per cui in nome dell’emergenza si potessero nascondere le informazioni circa la negoziazione miliardaria dei contratti o, peggio, che la presidente della Commissione Von Der Leyen potesse negoziare direttamente con il ceo di Pfizer, Albert Bourla, e non relazionare dello scambio di mail e sms (il marito di Ursula, direttore scientifico della società di biotech Orgenesis specializzata in terapie cellulari e in prima linea proprio nella realizzazione dei vaccini anti COVID a RNA, partecipò ai negoziati? Nessuna risposta finora ha risolto questo e altri pesanti dubbi). Né ho accettato che si potesse glissare sull’ammissione degli stessi dirigenti di Pfizer sul fatto che i test non erano chiusi e che non si poteva dare per certa l’immunizzazione dal contagio.


Insomma, molti erano i dubbi per cui ci si poteva opporre all’obbligo vaccinale. Ricordo che senza la copertura non si poteva andare a lavorare e quindi si veniva sanzionati fino al licenziamento. Molti di loro stanno vincendo le cause davanti al giudice del lavoro.
La decisione del governo Meloni chiude così una fase traumatica per la comunità: è una sanatoria che riappacifica. Magari poi con la Commissione arriveranno anche delle risposte su altri temi, però intanto la stagione delle multe si archivia.

Un atto coraggioso che – credo di non sbagliarmi – arriva anche per effetto della scelta dirompente da parte di Trump di nominare Robert Kennedy jr. alla Sanità.
Ho sentito dire che così lo Stato rompe un patto e smentisce la forza delle leggi: non mi sembra che sugli esodati della Fornero o sul Superbonus lo Stato si sia posto il problema di chi è rimasto col cerino in mano solo perché aveva dato corso a una opzione indicata da una legge. Quanto a coloro che hanno pagato le multe e speravano in un risarcimento dico che su certe battaglie di libertà meno male che qualcuno non ha mollato la trincea. Sono state scelte, che ripeteremmo. Per questo oggi dico grazie alla Meloni e al governo.

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