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“Così l’Aifa ha truccato i dati sui morti causati dai vaccini”: la denuncia della Verità

Pubblicato il 15/02/2022 12:39 - Aggiornato il 17/05/2023 12:01

Che i numeri di morti per Covid siano sballati è, ormai, il proverbiale segreto di Pulcinella. Tanti virologi hanno chiesto nelle ultime settimane una modifica ai criteri di classificazione dei decessi, sostenendo come i dati siano stati fin qui gonfiati. Altri, invece, hanno sottolineato come a non tornare siano le cifre dei reali decessi collegati al vaccino. Un problema più che mai attuale, come è facile capire dando una semplice occhiata all’ultimo rapporto Aifa dedicato agli eventi avversi legati alla somministrazione dei vaccini: un documento all’interno del quale un terzo dei morti viene catalogato come “cause indeterminate o inclassificabili” e un altro terzo scartato perché l’algoritmo dell’Agenzia non riscontrava nessi con l’inoculazione.

Come sottolineato da Maurizio Belpietro alle pagine della Verità, le stranezze contenute nel dossier sono evidenti. Per esempio, il fatto che non sia stata inserita tra i casi di correlazione morte-vaccino la giovanissima Camilla Canepa, drammaticamente scomparsa qualche giorno dopo aver preso parte a un Open Day AstraZeneca. Una storia, la sua, che aveva scosso l’Italia. E che si è chiusa nelle scorse settimane con una perizia della Procura che ha accertato come la giovane, deceduta all’ospedale di Lavagna in Liguria, non soffrisse di alcuna patologia. La morte, quindi, è da ricondurre soltanto alla vaccinazione, secondo i periti. Eppure, il suo nome non compare nel report dell’Aifa.

Com’è possibile? Semplice. L’algoritmo prende in considerazione soltanto persone decedute entro 14 giorni dall’inoculazione. Camilla, morta 16 giorni dopo il vaccino, non è così stata conteggiata. Le note a margine del dossier specificano: “223 segnalazioni sono state escluse perché il decesso avveniva oltre le due settimane o perché non era possibile calcolare l’intervallo temporale tra la vaccinazione e il decesso”. Un sistema di calcolo evidentemente sbagliato, che tiene conto soltanto di chi muore a stretta distanza dalla somministrazione. Gli altri vengono invece puntualmente esclusi, falsando il risultato finale.

Con queste premesse, difficile fidarsi dei numeri “ufficiali” sui morti a causa del vaccino, sicuramente più alti di quanto realmente comunicato. Come d’altronde è difficile fidarsi di istituzioni che continuano a fornire false informazioni agli italiani. Di recente, per esempio, il consigliere del ministro Speranza Walter Ricciardi ha spiegato, ospite nel salotto tv di Fabio Fazio: “I Green pass ci consentono di frequentare gli ambienti al chiuso, che sono quelli più rischiosi, in maniera sicura”. Chi vuole evitare guai, farebbe meglio a non dargli retta.

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