Telefonate, messaggi, chat di gruppo. Telefoni che fremono alla ricerca di una soluzione per la crisi di governo che, però, al momento non c’è, nonostante la disponibilità di molti parlamentari ad accettare, sostanzialmente, qualsiasi scenario pur di tenere salda la poltrona sotto il sedere. E che rischia di non esserci se i due principali contendenti, Matteo Renzi e Giuseppe Conte, continueranno a litigare e alzare la posta in palio, sparando sempre più in alto. Cosa potrebbe succedere, allora, in caso di mancato accordo tra le parti per dar vita al famigerato Conte ter?
Uno scenario ancora lontano, visto che alla fine è probabile che una maggioranza si crei, con lo scopo di evitare il ritorno al voto. Ma non del tutto da scartare, considerando quanto imprevedibili possono essere le crisi una volta innescate. Nelle prossime ore finiranno le avventure di Roberto Fico nei panni di “esploratore” designato dal Colle. Con Mattarella pronto a incaricare nuovamente Conte e confermare, di fatto, la maggioranza giallorossa, con perimetri più o meno variabili. In caso contrario, il presidente potrebbe però assumere “un’iniziativa in prima persona”.
Secondo il Corriere della Sera, tale formula si tradurrebbe in un esecutivo elettorale, per accompagnare il Paese alle urne, o in uno istituzionale, definibile anche come “governo del presidente”. Con Mattarella che, nel frattempo, ha messo le mani avanti su un altro fronte, quello della sua possibile, nuova elezione al Colle una volta terminato il mandato: “Quello che inizierà sarà il mio ultimo anno da presidente” ha chiarito il Capo dello Stato. Chiudendo così definitivamente la porta all’ipotesi di un bis sulla falsariga del suo predecessore Giorgio Napolitano.
Mattarella, insomma, valuta già gli scenari possibili in caso alla fine il terzo governo guidato dall’Avvocato del Popolo non dovesse, a sorpresa, prendere vita. E sempre che le forze politiche non trovino un’alternativa superando lo stesso Conte: il nome buono per ogni stagione, quello invocato anche dal centrodestra, è il totem dell’Europa Mario Draghi. Il modo perfetto per capire a Bruxelles che sì, va bene la crisi, ma nessuno si azzarderà a mettere in discussione i diktat che arriveranno nei prossimi mesi dell’Unione Europea.
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