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“M5S e PD devono essere alleati”. Ora Conte spinge per le Regionali

Pubblicato il 19/08/2020 14:22

Marco Travaglio e Salvatore Cannavò hanno “intervistato” il premier Conte sul Fatto Quotidiano di oggi, 19 marzo. La conversazione si incentrata soprattutto sul tema delle Regionali, per cui il premier ha vestito i panni del sacerdote e si è apprestato a celebrare il matrimonio definitivo tra Pd e il fu Movimento 5 Stelle. Su questo Conte è stato chiaro, per lui l’alleanza è necessaria: “Trovo ragionevole che le forze politiche che sostengono il governo provino a dialogare anche a livello regionale. In Puglia e nelle Marche presentarsi divisi espone al rischio di sprecare una grande occasione. Una sinergia anche a livello territoriale può imprimere una forte spinta per realizzare le strategie del Green New Deal, dell’innovazione digitale, degli investimenti nelle infrastrutture, negli asili nido e nelle scuole. E poi queste elezioni regionali coincidono con un appuntamento storico per l’Italia. Stiamo elaborando un Recovery Plan finanziato con ingenti fondi europei, che costituisce la più grande opportunità per le nuove generazioni dal secondo dopoguerra a oggi. Le Regioni saranno coinvolte in questi progetti e diventeranno anche dei centri di spesa. Ovviamente il governo non farà distinzioni di colore politico nei confronti dei governi regionali. Ma le forze di maggioranza dovrebbero avere tutto l’interesse a competere al meglio per essere protagoniste in questa partita anche a livello regionale”.

Aggiunge Conte: “È comprensibile che dopo anni vissuti politicamente gli uni contro gli altri armati, si accumulino contrasti e forse anche incomprensioni. Ma la politica impone di mettere sempre il bene dei cittadini al di sopra degli interessi di parte, affrontando le sfide con coraggio e generosità. Bisogna esprimere una visione strategica e guardare ai bisogni delle comunità locali non più con le lenti del passato, ma con il binocolo del futuro”. E quando gli si fa notare che come in Puglia anche nelle Marche i due partiti non vadano proprio a braccetto lui rilancia: “Anche lì, sedersi attorno a un tavolo: dal confronto può scaturire un progetto politico più rafforzato e più competitivo”.

Insiste Conte per favorire l’alleanza: “Il voto sulla piattaforma Rousseau di qualche giorno fa è stato un passaggio importante. L’apertura che gli iscritti dei 5Stelle hanno dato alle alleanze anche con partiti tradizionali favorisce una svolta e apre nuovi scenari”. Poi è la volta del Recovery Plan: “Gli “stati generali” di consultazione nazionale a Villa Pamphilj ci hanno avvantaggiato. Abbiamo elaborato un “Piano di rilancio” offrendolo alla condivisione di 122 tra associazioni di categoria, parti sociali, organismi non profit, personalità varie. Ora stiamo lavorando per estrarre quei progetti che più direttamente rispondono alla logica dei finanziamenti europei, che contemplano investimenti e riforme strutturali per rendere più competitivo e resiliente il Paese. Dedicheremo molta attenzione alle infrastrutture materiali e immateriali e puntiamo a investire su scuola, università e ricerca”.

E sul fatto che il Pd e Zingaretti premano per il Mes prova a gettare acqua sul fuoco: “Ricordo che si tratta pur sempre di soldi presi a prestito. Confido che i flussi di cassa rendano superfluo quest’ulteriore indebitamento, anche in considerazione dei fondi del piano Sure già attivato e del Recovery Fund. Se mai il quadro di finanza pubblica imponesse valutazioni differenti, state pur certi che andremo in Parlamento e ne discuteremo in piena trasparenza”.

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