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La guerra delle Sim. Centinaia di migliaia di italiani non possono più telefonare. Cosa sta succedendo

Pubblicato il 04/01/2023 18:40

È scoppiato il caos per la portabilità delle schede Sim, per via delle nuove norme antifrode. Le norme antifrode che sono state applicate dal mese di novembre 2022, deliberate dall’Autorità garante delle comunicazioni (Agcom), hanno complicato, e non poco, le procedure per cambiare operatore di telefonia cellulare. In sostanza, migliaia e migliaia di utenti sono impantanati nella procedura cosiddetta di portabilità e si trovano in una sorta di limbo: né un gestore, né l’altro. È dunque partito il ricorso al Tar del Lazio da parte di Iliad, Fastweb e CoopVoce, a cui ora si aggiungono anche alcune associazioni dei consumatori. C’è da dire che il Tar ha respinto il ricorso, ma le tre compagnie annunciano che proseguiranno nella battaglia e si sono già rivolte, mediante un ricorso, alla stessa Agcom e all’Antitrust. L’accusa che muovono alla nuova procedura antifrode è che sia troppo complessa e che generi confusione. Inoltre, come nota Alessandra Longo sul Domani, in Italia vi sono milioni di persone, per lo più giovani o anche minorenni, che utilizzano una scheda Sim intestata ad altri, tipicamente uno dei genitori. Infatti, a seguito delle norme antifrode – in realtà parzialmente comprensibili se pensiamo ai rischi di cui già abbiamo scritto – diverse compagnie, tra cui Tim e Vodafone, per ottemperare al subentro chiedono la presenza fisica del titolare. Difficile se, è una delle obiezioni mosse dai sottoscrittori del ricorso, uno studente universitario vive a centinaia e centinaia di chilometri dall’abitazione di famiglia. Oppure, secondo fonti Iliad, vi sono casi concreti in cui l’utente neppure sa a chi sia intesta la Sim, avendo magari ricevuto in dono il telefono cellulare. (Continua a leggere dopo la foto)

Caos portabilità Sim norme antifrode

Disagi, blocco del mercato e concorrenza sleale sono evidenziati nell’istanza rivolta all’Agcom. Soprattutto quest’ultimo tema, quello dell’ostacolo alla concorrenza, è rimarcato con forza. Iliad stima addirittura in due milioni gli utenti colpiti negativamente dalle misure. L’Agcom ha fatto trapelare di essere pronta a un confronto in questo mese di gennaio, pur rivendicando la bontà del provvedimento. Le nuove norme erano state licenziate al fine di fronteggiare il cosiddetto Sim swap. Si tratta, come leggiamo in un articolo su Cybersecurity360, di una tecnica di attacco che consente di avere accesso al numero di telefono del legittimo proprietario e violare determinate tipologie di servizi online che usano proprio il numero di telefono come sistema di autenticazione. Una minaccia seria soprattutto per i dispositivi aziendali. Tutto giusto, per carità, tuttavia la possibilità di cambiare SIM mantenendo il medesimo numero, in realtà, nasce per esigenze lecite. Ecco perché stanno fioccando le adesioni alle istanze di Iliad, Fastweb e CoopVoce. (Continua a leggere dopo la foto)

Per il presidente di Aduc (Associazione utenti e consumatori), Vincenzo Donvito, Agcom “si è spinta troppo oltre”; gli fa eco Francesco Luongo, portavoce del Movimento difesa del cittadino, che parla di un provvedimento di cui beneficiano, in definitiva, esclusivamente “i grandi operatori”, stigmatizzando inoltre “l’eccessiva burocratizzazione” e le sue lungaggini.

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