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Cassa integrazione: “Tre mesi senza un centesimo”. Storie di italiani dimenticati dal Governo

Pubblicato il 11/06/2020 17:16 - Aggiornato il 11/06/2020 17:19

Abbiamo riportato qualche giorno fa il dato riferito dalla Repubblica, che indica che sono 1,4 milioni le Cig non ancora erogate.

La stessa testata giornalistica raccoglie le testimonianze di persone che si ritrovano a dover affrontare numerose difficoltà nell’attesa che le promesse del governo, lanciate già dall’inizio della pandemia, si concretizzino. Di seguito nè riportiamo alcune.

Sofia è una giovane ragazza di 21 anni, che vive da sola e lavora in un centro commerciale vicino Milano. Lei in tre mesi ha ricevuto SOLO 76 euro: “Cosa me ne faccio di 76 euro? Questi mesi sono stati una sfida, una continua agonia.” Una vera vergogna: “Perché lasciare milioni di italiani senza stipendio, a mio avviso, è uguale a togliere la dignità. Impossibile vivere una vita dignitosa se si deve elemosinare in giro”.

Oppure la storia toccante di una signora che preferisce rimanere anonima, dipendente per le mense scolastiche che si trova, assieme ai colleghi, in Cig dal 2 di marzo. La donna confessa: “Molti di noi sono dovuti ricorrere alla Caritas per mangiare, ma la doccia fredda è stato il reddito di emergenza. Visto che le mense scolastiche non ripartiranno fino a settembre (con molte incognite), che non si sa se la cassa integrazione ci verrà prorogata, ho fatto richiesta per il reddito di emergenza.” L’ISEE era troppo alto, ma era calcolato con i redditi del 2018. “Dopo 4 mesi di entrate pari 0 come possono pretendere di calcolare il reddito sulle entrate del 2018?”

Salvatore, invece è magazziniere e padre di tre figli. La moglie è andata in cassa integrazione fin dal 18marzo. Anche lei, dei soldi che avrebbe dovuto ricevere, non ha percepito nulla. Si sente fortunato Salvatore, perchè lui dallo scoppio della pandemia ha sempre lavorato, “altrimenti non avrebbero mangiato”.

Hanno provato a fare la richiesta per sospendere il mutuo, ma “dopo 50 giorni non riescono ad avere una risposta sull’accettazione, così continuano a pagare le rate”.

Adesso però si ritrovano con 1000 euro di utenze da pagare, “le hanno dovute lasciare indietro per riuscire a fare la spesa”. E pensare che è stato proposto proprio in questi giorni un emendamento per aumentare le bollette.

Salvatore ammette: “Prima del Coronavirus non facevamo una vita scintillante, ora però senza uno stipendio è impossibile. La cosa che mi lascia basito è come sia possibile dare incentivi per l’acquisto di biciclette e non fare qualcosa per le famiglie come la mia”.