Siamo arrivati a un punto critico nella storia delle democrazie occidentali e, in particolare, di quella italiana, ormai al centro di un susseguirsi di restrizoni e stati di emergenza in nome della lotta al Covid. A dirlo è il filosofo Massimo Cacciari, che in una videoconferenza con l’istituto “Ferraris-Pancaldo” di Savona ha incontrato i giovani studenti per discutere di tematiche di stretta attualità. Non nascondendo una certa preoccupazione per quanto accaduto negli ultimi mesi nel nostro Paese.
“La democrazie tradizionale, quella rappresentativa – ha spiegato Cacciari – è in un evidente stato di sofferenza. È sotto gli occhi di tutti lo svuotamento progressivo dei Parlamenti, la difficoltà nei rapporti tra cittadini e istituzioni, evidente anche nel crescente astensionismo tra i giovani quando sono chiamati al voto”.
“Viviamo in un continuo stato di emergenza e con alle spalle 10 anni di governi formati dal Presidente della Repubblica. Evidentemente la nostra Costituzione deve adeguarsi alla situazione attuale. L’Italia- ha detto Cacciari – non può continuare a essere un Paese per vecchi, un Paese che garantisce i garantiti”.
Poi un duro affondo anche sulle politiche anti-Covid adottate da Draghi e dai suoi ministri, a partire dal confronto con gli studenti collegati con lui a distanza: il fatto che proprio i ragazzi, “quelli che rischiano meno”, siano costretti a dialogare attraverso uno schermo è la conferma dello sforzo richiesto sempre e comunque ai più giovani: “Vi sacrificate per i nonni e i genitori, che sono più esposti al virus. Ma casomai dovrebbero essere loro a fare sacrifici, non voi”.
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