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Blocco dei licenziamenti, Draghi contrario alla proroga. È scontro con i sindacati

Pubblicato il 28/05/2021 10:53

In attesa che il decreto Semplificazioni superi l’esame del Consiglio dei ministri, sono tanti i punti che continuano a far discutere, con la stessa maggioranza a sostegno del governo Draghi divisa su diversi argomenti. Sul fronte della pubblica amministrazione, il piano di reclutamento sembra ormai definito dopo un lungo confronto con i sindacati. Nessun allargamento, invece, delle norme sul massimo ribasso degli appalti, mentre sul subappalto la mediazione con le parti sociali è ancora in corso.

Tra i più attivi in queste ore ci sono soprattutto i ministri del Lavoro Andrea Orlando e quello della Salute Roberto Speranza, che hanno chiesto un confronto con Cgil, Cisl e Uil per tentare di distendere gli animi. A tenere banco, in particolare, è la norma sui licenziamenti introdotta dal governo nel decreto Sostegni bis, che ha fatto scattare subito i sindacati: “La mediazione trovata al momento non è sufficiente”. Sul punto, però, il premier Mario Draghi ha idee ben precise.

Draghi è infatti contrario alla proroga del blocco dei licenziamenti, nonostante da più parti sia stato paventato il rischio di un vero e proprio boom nel momento in cui la misura, introdotta per contrastare gli effetti della crisi economica, verrà meno. Una posizione, quella del premier, in contrasto con i sindacati, in uno scontro ancora in certo: visto che i tempi stringono, perché l’accordo con la Commissione Europea prevede l’ok del Consiglio dei ministri entro maggio, alla fine Palazzo Chigi potrebbe anche ammorbidire le sue posizioni, ma l’ultima parola non è ancora detta.

Lo stesso Draghi è nel frattempo impegnato ad assicurarsi il pieno controllo sui fondi in arrivo dall’Ue. Sarà lui a capo della cabina di regia, con la partecipazione via via dei ministri e dei sottosegretari interessati. Ad affiancarlo, un “Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale”, composto da rappresentanti delle parti sociali, del governo, delle Regioni, degli Enti locali e dei rispettivi organismi associativi, delle categorie produttive e sociali, del sistema dell’università e della ricerca scientifica e della società civile.

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