Date a Cesare quel che è di Cesare, sta scritto. Ma se Cesare è un proprietario di case e chiede la riscossione dell’affitto può stare fresco. O almeno così la pensa il centrosinistra evidentemente folgorato sulla via della… Salis.
Nel clima di giubilo infatti il consiglio comunale di Roma approva una mozione della maggioranza per cui sarà vietato eseguire sfratti nell’anno del Giubileo. Il motivo? Perché ricollocare gli sfrattati in questo periodo di grande flusso di visitatori e pellegrini sarebbe difficile. Accadrà che i proprietari di casa ancora una volta vengono dopo tutti; in poche parole sono gli ultimi senza aver la possibilità evangelica di essere i primi. Costoro infatti sono ultimi per gli affittuari che non pagano; sono ultimi per la maggioranza che sostiene Gualtieri; sono gli ultimi per il Pd, i Verdi e per la Cgil che tifano per la patrimoniale; sono gli ultimi per l’Europa che li costringe a pagarsi i lavori di adeguamento alle nuove normative green; e saranno gli ultimi pure per coloro che, dalle banche in giù, aspettano che il proprietario di case paghi le sue scadenze e le sue rate.
Ora, qualcuno potrebbe dire: ma è l’anno del Giubileo e rientra nello spirito religioso dell’anno. Scusate ma la tesi non mi convince: allora visto che il Giubileo condona tutto, potremmo anche andare nelle strutture gestite dal clero e dire: grazie per avermi ospitato, grazie per avermi sfamato ma non tengo soldi e quindi non posso pagare perché sono in difficoltà economica. Lo accetterebbero? Non credo. Ergo, non capisco perché lo dovrebbero accettare i proprietari di casa. Nulla è più laico della legge; perché mai un grande evento della cristianità dovrebbe sospendere il codice civile e il contestuale diritto dei proprietari a tornare in possesso di un bene, da cui derivano risorse legittime magari decisive per far quadrare i conti?
Veniamo allora alla vera questione che ha mosso la maggioranza ad approvare questa mozione: non saprebbero come gestire gli sfrattati e le eventuali loro proteste in un anno dove Roma si presenta ai pellegrini del mondo. Ecco, io penso che proprio in questa motivazione emergano i limiti amministrativi e il “credo ideologico” dei compagni. Il Giubileo non è un fatto imprevisto che ti arriva tra capo e collo, pertanto arrivare corti sul tema della casa dimostra l’incapacità nel gestire una problematica che è figlia delle crisi. Essere il sindaco della Capitale significa avere visione politica, significa indossare i galloni della politica: ogni anno a Roma va sempre peggio. Con Gualtieri non ne parliamo. E dire che stiamo parlando di un signore che prima di salire al Campidoglio ricopriva l’incarico di ministro dell’Economia e delle Finanza: e mai possibile che un ex ministro di peso non riesca a trovare una soluzione che non preveda il congelamento del diritto a tornare in possesso del proprio bene a fronte di una inadempimento dell’altra parte contrattuale?
I proprietari di case, ormai, sono davvero al limite dell’esaurimento nervoso: si ritrovano a dover gestire situazioni che forse andrebbero viste non solo con le lenti del solo codice civile ma anche di un senso di umanità. I proprietari che non percepiscono l’affitto intanto subiscono un primo danno di natura economica; in secondo luogo, spesso sono minacciati dagli affittuari inadempienti i quali rivendicano un diritto che non esiste. Congelare lo sfratto forse farà star bene le anime belle del centrosinistra però significa che nemmeno nel 2025 la via Crucis dei proprietari per riottenere il bene ha fine. Mettiamoli pure in croce e abbiamo completato l’opera.