La sconfitta di Joe Biden era chiamata, anticipata, scritta nelle stelle e nei sondaggi. E puntualmente si è palesata. La notte del voto di mid-term negli Stati Uniti certifica la catastrofe dei democratici, incapaci di gestire la pandemia, incapaci di gestire la guerra in Ucraina, incapaci di rimettere in sesto il Paese con il crollo energetico e sociale. Negli Usa si vota anche per 36 governatori e centinaia di incarichi nelle amministrazioni degli Stati. Un voto che può stravolgere il quadro politico dei prossimi due anni, quando si voterà anche per il presidente degli Usa, quando al voto saranno chiamati 240 milioni di americani. Se Biden piange, però, Trump non ride. Scrive infatti Il Tempo: “Per quel che riguarda gli Stati, in Pennsylvania netta vittoria del democratici: ad ora, questo l’unico stato che ha cambiato “padrone” per il controllo al Senato. Il candidato democratico John Fetterman ha sconfitto il repubblicano di stretta osservanza trumpiana Mehmet Oz. Nella scorsa legislatura il seggio era occupato dal repubblicano Pat Toomey, che ha deciso di non ricandidarsi”. (Continua a leggere dopo la foto)
“Cattive notizie per Trump anche dalla Georgia, dove vince Brad Raffensperger, repubblicano, ma nemico giurato di Donald Trump. Il segretario di Stato uscente, infatti, è stato riconfermato nel ruolo che lo ha visto salire agli onori delle cronache due anni fa per aver disobbedito al ‘suo’ presidente. Poi lo stato di New York, dove la democratica Kathy Hochul resta governatrice: sfuma il colpaccio che i repubblicani avevano iniziato a sognare nelle ultime settimane. I repubblicani conquistano però l’Ohio, dove JD Vance ha battuto il dem Tim Ryan. E ancora, in Georgia, vince il governatore uscente Brian Kemp, repubblicano, altro ‘nemico giurato’ di Trump: l’ex presidente infatti è in pessimi rapporti con Kemp, da quando – nel 2000 – quest’ultimo riconobbe la legittimità della vittoria di Joe Biden alle presidenziali”. (Continua a leggere dopo la foto)
Ma cosa succede ora? Come si mette per Biden? A poche ore dalla chiusura dei seggi per le elezioni di Midterm, i repubblicani avanzano lentamente verso la conquista della Camera mentre il Senato resta in bilico. Si teme che occorrerrano forse giorni per avere i risultati finali, mentre incombe il rischio di un nuovo caos e di nuove cause, come quelle che hanno minacciato i repubblicani. A sollevare i primi sospetti è stato Donald Trump dopo una serie di problemi tecnici verificatisi in due Stati in bilico, Arizona e Michigan. “Sta accadendo la stessa cosa che successe nel 2020 con i brogli elettorali?”, ha chiesto sul suo social Truth, puntando il dito contro le disfunzioni a Detroit e nella contea di Maricopa (che comprende Phoenix), dove è stato respinto un ricorso del Grand Old Party per posticipare la chiusura dei seggi. (Continua a leggere dopo la foto)
La partita per chi controllerà il Congresso americano – segnala HuffingtoPost – è dunque ancora aperta, con la concreta possibilità che per conoscere l’esito relativo al Senato bisognerà aspettare il ballottaggio della Georgia, il 6 dicembre. Ma il messaggio che arriva dall’ondata del midterm è, per i democratici di Biden, meno amaro rispetto a quello che temevano, e per i repubblicani vicini a Donald Trump, invece, non troppo confortante.
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