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Così Autostrade tiene in ostaggio milioni di italiani: Liguria e Piemonte nel caos

Pubblicato il 30/06/2020 16:48

Dov’è finito il ministero dei Trasporti? Se lo stanno chiedendo in questi giorni di agonia le migliaia di persone bloccate lungo le autostrade italiane, in particolare tra Piemonte e Liguria. Cantieri, chiusure e code infinite. Il ministro De Micheli non si pronuncia e da Savona si chiedono: “Il sottosegretario ai Trasporti ligure Traversi dov’è?”. A parlare è Alessandro Berta, direttore dell’Unione Industriali della Provincia di Savona, il quale punta il dito verso Autostrade per l’Italia. Il caos autostrade sta tenendo di fatto imprigionata nelle code l’intera Liguria. Che sia questa un’arma usata da Autostrade per mandare un messaggio al governo ancora in empasse sulla questione revoche?

Come riporta primocanale.it, “i cantieri, le chiusure notturne, le mancate riaperture per la necessità di nuove ispezioni o lavori stanno mandando da settimane nel caos più totale la viabilità autostradale e ordinaria. Un disastro che si ripercuote sull’economia della regione, porto e turismo in primis. Spiega ancora il direttore Berta a Primocanale: “I danni sono incalcolabili. E poi pensiamo a quanti turisti si saranno chiesti che senso ha venire in Liguria per fare tre ore di mare e il resto della giornata in coda”.

I cantieri in corso “sono il risultato di 15 anni di incuria sui quali anche la magistratura indaga”, aveva detto il sottosegretario Traversi, certificando ancora di più le mancanze da parte di Autostrade. Le stesse mancanze e la stessa incuria che ha causato la tragedia del ponte Morandi a Genova. In questi giorni di grandi discussioni tra governo e Benettom, le persone sprecano ore di lavoro in coda. Per questo da Regione Liguria e dai sindaci è arrivata la richiesta per rimodulare il piano sulla sicurezza per far sì di non mandare letteralmente in tilt la Liguria.

Il direttore degli Industriali di Savona non usa mezzi termini: “C’è una chiara responsabilità di Autostrade, per quello che non è stato fatto, ma ce n’è per l’asino e anche per chi lo tira”. Il riferimento al ministero dei Trasporti è evidente. “Il Mit impone dei controlli creando questa situazione senza prevedere che il tutto avrebbe causato disagi non è esente da colpe – spiega ancora Berta -. Questa situazione avviene inoltre un momento di ripartenza per l’economia”.

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