Neanche il tempo di prendersi qualche giorno di riposo dopo essere stato silurato dall’incarico di supercommissario. Domenico Arcuri è tornato subito in pista. L’ansia di perdere la visibilità deve averlo logorato in questi giorni lontano dai solotti tv. Così, ieri, sulle agenzie di stampa è comparsa una raffica di lanci con il suo nome nel titolo. Per dire cosa? Autocelebrarsi, ovviamente. A raccontare tutto è Daniele Capezzone su La Verità: “Venuta meno la ribalta mediatica come supercommissario per l’emergenza sanitaria, Arcuri è tornato a parlare come amministratore delegato di Invitalia. Su Bagnoli: ‘Fino a luglio 2019, quindi fino a 20 mesi fa, l’area di Bagnoli era sequestrata, era complicato intervenire. Ritenere che a Bagnali non stia succedendo nulla non è vero'”. (Continua a leggere dopo la foto)
E ancora, snocciolando successi che forse – intuiamo – il mondo non riconosce ancora come dovrebbe, Arcuri ha aggiunto: “Noi in questi anni abbiamo fatto 64 gare, avviato cantieri, alcuni dei quali si sono conclusi, stiamo facendo la bonifica dell’eternit, siamo pronti a continuare le attività di bonifica nei tempi che sono stati già detti, abbiamo cercato e ottenuto un’accettabile condivisione della molteplicità degli attori in gioco. Ci siamo trovati in una condizione in cui le opere infrastrutturali realizzate con i fondi europei, la Porta del parco su tutti ma non solo, erano stati realizzati con fondi ma non rendicontati. Ci siamo caricati l’onere di risolvere anche questa questione con l’Ue”, ha detto fiero. (Continua a leggere dopo la foto)
Ma è stata costruita la nuova Bagnoli? No. Quindi, di cosa si è lodato? Commenta Capezzone: “Ci permettiamo di suggerire ad Arcuri un periodo di low profile mediatico, di esposizione minore. Anche perché, se pensiamo alla delicatezza di altri dossier, Ilva in testa, c’è da tremare all’idea di ulteriori settimane e mesi di protagonismo. Quale che sia il perimetro futuro (più o meno ampio) delle sue funzioni e competenze, è auspicabile che Areuri” si sottragga “a microfoni, taccuini e telecamere”. (Continua a leggere dopo la foto)
Certamente non seguirà il consiglio. Quello che si chiedono in molti, ora, è con quale coraggio continua a esporsi così e a raccontare presunti successi dopo quello che è accaduto con la sua gestione dell’emergenza? Il ritardo sulle mascherine e sulle terapie intensive, lo spreco dei banchi a rotelle, il ritardo nei vaccini, l’idea delle primule… Ecco, pensi a questo Arcuri.
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