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«Anche i vaccinati a rischio». Galli esce allo scoperto sulla “Xe” e suona la carica

Pubblicato il 11/04/2022 19:04

Il professore Massimo Galli, volto noto dell’emergenza pandemica, torna a parlare di covid in un’intervista rilasciata a La Stampa. Il tema è la nuova variante Xe del Coronavirus. Durante la sua chiacchierata Galli lancia l’allarme per i vaccinati e si dice contrario all’eliminazione delle restrizioni.
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Da dove arriva la Xe

All’inizio Galli spiega che la ripresa dei contagi è dovuta «a tre varianti che si susseguono, anche perché non si fa sufficiente attenzione ai contagi. Omicron 1 è in via di rapida sostituzione da parte di Omicron 2 e poi le due si sono fuse nella nuova Xe, che potrebbe essere così diffusiva da sostituirle entrambe. Senza contare alcuni sintomi sospetti come le vertigini, che implicherebbero un interessamento neurologico da approfondire». Secondo il professore, quindi, Xe è nata «probabilmente dall’infezione concomitante di Omicron 1 e 2 in qualche organismo dove hanno ricombinato le loro caratteristiche genetiche in una sottovariante».
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Correlazione tra vaccinati e varianti?

Ma è qui che arriva il bello. Per Galli, infatti, «la grande platea di vaccinati e di guariti favorisce la selezione di sottospecie, seppur in un quadro di mutazioni casuali. Si tratta di continui minimi cambiamenti, già si annuncia la Xj, che portano a riflettere». Per caso il virologo sta ammettendo ciò che i cosiddetti “complottisti”, compreso il beneamato Professor Luc Montagnier, dicevano da tempo?
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Più diffusione ma meno pericolo

Galli continua poi a parlare di come la nuova sottospecie possa aggirare la protezione dei vaccini: «Da un lato potremmo essere sulla strada della minore patogenicità del virus. Dall’altro si registra una maggiore capacità di diffusione delle sottovarianti e di conseguenza una riduzione della forza protettiva dei vaccini verso l’infezione. Questo per fortuna non si associa a una diminuzione altrettanto cospicua nei confronti della malattia grave».
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Rischiano anche i vaccinati

In questo quadro generale Galli esprime anche la propria preoccupazione per chi, appunto, si è sottoposto a vaccinazione: «Rispetto a prima rischiano di più anche i vaccinati, poi dipende molto di chi si tratti. Xe è quasi un virus nuovo rispetto a quello per cui i vaccini sono stati creati per cui, in particolare nei soggetti anziani e fragili, si possono verificare più difetti della protezione, anche dopo la terza dose». Sulla quarta dose, invece, il virologo torna ad esprimere qualche perplessità: «Certamente per i fragilissimi, forse per gli anziani, ma non è detto che sia utile a tutti».
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Mantenere le restrizioni

Nonostante tutto, però, Galli torna sulle sue posizioni canoniche sulla vaccinazione di massa, invocando maggiore prudenza sulla cancellazione delle restrizioni: «è importante sottolineare che comunque tre o quattro dosi offrono una maggiore protezione, che i vaccini sono utili anche se non perfetti e che resta fondamentale non abbandonare comportamenti personali cauti per sé e per le persone più fragili della società, bambini compresi. Questo è il discorso che è mancato da parte del governo». Sul Green Pass il professore sottolinea: «Bisognerebbe trovare degli accordi internazionali per salvaguardare il turismo e prorogarlo almeno fino all’inverno, toglierlo sarebbe un condono», mentre sulle mascherine asserisce perentorio: «Indispensabili al chiuso e sui mezzi pubblici».
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Il pomo della discordia dei virologi

Posizioni molto promiscue in tal senso quelle dei virologi. quando il giornalista de La Stampa, infatti, fa notare che, proprio qualche giorno, fa il collega Crisanti ha decretato la totale inutilità delle mascherine, Galli ha dichiarato che: «Con tutta la stima per lui dissento al 110 per cento. Utilizzare l’infezione come vaccino è inaccettabile. Senza contare contagiati e morti tra i fragili e non solo, basti pensare alle conseguenze del long Covid, bambini compresi».

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