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Anche Famiglia Cristiana si scaglia contro il governo di Promettopoli

Pubblicato il 21/05/2020 13:55

C’è una voce nuova tra quelle che si sono levate in queste ore contro il governo Conte e il suo decreto Rilancio, capace di deludere le aspettative degli italiani a tempo di record. È quella di Famiglia Cristiana, che ha ospitato sulle proprie pagine un articolo in cui il direttore del Centro internazionale studi famiglia (Cisf) Francesco Belletti si lancia contro le promesse tradite dall’esecutivo giallorosso e dal suo premier, che continua a non mantenere gli impegni presi lasciando agli italiani in difficoltà “soltanto le briciole” in un momento così drammatico.

Anche Famiglia Cristiana si scaglia contro il governo di Promettopoli

Un attacco forte, che arriva da una delle testate più rappresentative del mondo cattolico italiano. Nel quale si legge: “È rimasto l’impianto emergenziale della Fase 1: interventi spezzettati su singoli bisogni. Un dato è certo: la parola famiglia appare solo 5 volte su 464 pagine. Qualcosa vorrà pur dire”. Quegli stessi italiani di cui si sono lodate pazienza e determinazione in questi giorni complicati, sono stati poi puntualmente abbandonati al loro destino quando è arrivato il momento di ripagarli degli sforzi fatti.

Anche Famiglia Cristiana si scaglia contro il governo di Promettopoli

“Davvero si trovano 3 miliardi di euro per risanare Alitalia e non si trovano risorse per sostenere in modo universale le famiglie con figli?”. Belletti invoca l’istituzione dell’assegno unico per i figli, idea più volte discussa in passato e anche stavolta rimasta soltanto su carta. “Anche i singoli provvedimenti sulla famiglia patiscono il grave problema della burocratizzazione. In tempo di emergenza era indispensabile semplificare e fare presto”. Tutto questo, però, non è successo con il decreto Cura Italia e non è successo con il decreto Rilancio.

Anche Famiglia Cristiana si scaglia contro il governo di Promettopoli

“Purtroppo per l’ennesima volta il governo non mette le famiglie tra le proprie priorità” è l’amara conclusione di Belletti. Che auspica, poi, un cambiamento ancora possibile quando sarà il momento di presentare il testo in Parlamento, dove ci sarà spazio per modifiche e interventi. Con la consapevolezza che però difficilmente potrà cambiare il succo di un decreto deludente e che poco e niente servirà ad aiutare gli italiani in questi mesi difficili.

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