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“Addio Sinisa”. Questa volta l’avversario non ha lasciato scampo. Sinisa Mihajlovic è morto a Roma a soli 53 anni

Pubblicato il 16/12/2022 16:03

Appena pochi giorni fa era arrivata la secca smentita delle voci che circolavano in rete. Stavolta, purtroppo, è vero. Sinisa Mihajlovic non c’è più. L’ex terzino sinistro serbo di Roma, Lazio e Inter, celebre per le sue punizioni mancine, e poi allenatore, è venuto a mancare in queste ore all’età di 53 anni, al termine di una battaglia contro una forma aggressiva di leucemia che lo aveva attaccato nel 2019. Anche chi non sia appassionato di calcio, di certo conosce la parabola professionale, ma anzitutto umana, di quest’uomo. Un vero lottatore, sia in campo da giocatore, sia da allenatore, ma soprattutto da uomo. La sua lotta contro la malattia, infatti, aveva assunto una dimensione pubblica e, sino all’ultimo, con tutte le forze residue, ha guidato fino allo scorso settembre il Bologna.  

Alla clinica “Paideia” di Roma, dove si è spento, era giunto appena cinque giorni fa, ricoverato per un’infezione grave causata del sistema immunitario compromesso dalla malattia e, presumibilmente, dalle pesanti terapie. (Continua a leggere dopo la foto)

La recrudescenza della sua patologia è stata velocissima: ancora venerdì e sabato, ricordano alcuni suoi amici, aveva passato la serata a chiacchierare, a fare progetti per il futuro, sportivamente parlando e non. Dal pomeriggio di lunedì, invece, era già in coma farmacologico.

Scosso tutto il mondo del calcio, che dietro una facciata patinata può nascondere anche sentimenti veri e profondi. Come quello di Roberto Mancini, il Ct della nazionale che era stato suo compagno di squadra alla Sampdoria e alla Lazio, e che gli è stato vicino in questi ultimi giorni. La famiglia Mihahjlovic ha annunciato la scomparsa di Sinisa in un comunicato, definendo la sua morte “ingiusta e prematura”. Mihajlovic lascia la moglie Arianna, romana, e i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas. (Continua a leggere dopo la foto)

Purtroppo questa volta Sinisa, che, caso raro, era amato da tutte le tifoserie – che negli ultimi, travagliati mesi gli hanno spesso dedicato cori, striscioni e messaggi d’affetto – ha trovato un avversario troppo arduo da battere.

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