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Vaccini, “Vietato criticare Mattarella”. La surreale storia dell’attivista accusato di vilipendio. “I testimoni…”

Pubblicato il 06/05/2024 17:19 - Aggiornato il 06/05/2024 20:50

Forse a volte si confonde il reato di vilipendio delle Istituzioni con quello – oggi inesistente, in teoria – di lesa Maestà. La storia che stiamo per raccontare è avvenuta e avviene nel silenzio di coloro che gridano alla censura, da mesi, mentre l’attivista triestino Darko Jermanis ha dovuto rivolgere una lettera-appello a Il Giornale d’Italia per far valere le proprie ragioni in merito alla battaglia legale estremamente asimmetrica che lo attende: è, infatti, accusato nientemeno che di vilipendio al Capo dello Stato, ma per motivazioni, come vedremo, risibili e piuttosto pretestuose. Riavvolgiamo il nastro, come si dice. Darko Jermanis è noto nel Nord Est della Penisola per essere un attivista di Territorio Libero di Trieste, o TLT – lo Stato indipendente previsto dall’articolo 21 del trattato di pace tra l’Italia e gli alleati dopo la fine della Seconda guerra mondiale – ma è per altri motivi che è stato denunciato, nel silenzio pressoché generale, e rischia la condanna da 1 a un massimo di 5 anni di reclusione. Perché? È precisamente la motivazione che indigna. (Continua a leggere dopo la foto)

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Foto: Darko Jermanis

“Cerco testimoni”

I fatti, in sintesi, sono raccontati dallo stesso Jermanis nella lettera al quotidiano e hanno a che fare con il Covid-19 e con i vaccini: “Sono stato denunciato per vilipendio al capo dello Stato, signor Mattarella, perché ho pubblicato su Facebook un articolo dell’Ansa, dove lui intervenendo alla celebrazione de I Giorni della Ricerca, affermava che grazie ai vaccini sono state salvate migliaia di vite umane. Io nel post ho scritto che queste affermazioni non sono accettabili, e che è un essere spregevole”. La Digos ha segnalato la cosa alla Procura, che a sua volta ha chiesto al Ministero della Giustizia l’autorizzazione a procedere. Autorizzazione, naturalmente, concessa. L’attivista triestino non intende arretrare di un millimetro, fa sapere, sicché, dopo l’udienza preliminare dello scorso 9 aprile in cui non ha voluto patteggiare né ha fatto richiesta di rito abbreviato, è in programma nuova discussione il 22 maggio. Anzi, conscio della ribalta che la sua situazione sta conquistando, annuncia di voler scrivere ad altre testate giornalistiche e, si legge ancora nella lettera, “Siccome è implicato il signor Presidente vorrei creare un caso mediatico che abbia una qualche risonanza”. Ora, un passaggio che citiamo alla lettera: “Loro uccidono le persone e noi cittadini dovremmo starcene zitti. La pena per vilipendio al capo dello Stato va da uno a cinque anni di carcere. Loro invece sono intoccabili. Infine: “Vi chiedo, cortesemente, anche se non conoscete nessun danneggiato, di divulgare questo mio messaggio”. L’uomo cerca, dunque, testimoni “che vengano in aula a dichiarare che loro hanno subìto danni da vaccino, o addirittura hanno avuto decessi tra i parenti o amici testimoni”. (Continua a leggere dopo la foto)

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Vietato dire la verità

Il lettore sa bene che anche noi, su queste pagine, abbiamo innumerevoli volte esposto i danni collaterali da vaccino e la grave opacità delle folli misure – dal lockdown ai vaccini obbligatori al Green pass, dalle sospensioni dal lavoro ai “malori improvvisi” – che abbiamo osservato in questi ultimi anni. Certo, non abbiamo rivolto epiteti ingiuriosi verso il presidente Mattarella, ma è evidente la sproporzione, e dunque ci appelliamo anche noi al Capo dello Stato: affinché compia un gesto di riconciliazione e intervenga in favore dell’attivista triestino.

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