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Whirlpool conferma: tutti licenziati. I lavoratori fregati da Di Maio e dal M5S

Pubblicato il 18/10/2021 09:28

30 ottobre 2018, bacheca Facebook di Luigi Di Maio: “Whirlpool non licenzierà nessuno e, anzi, riporterà in Italia parte della sua produzione che aveva spostato in Polonia. Questo è il frutto di una lunga contrattazione che siamo riusciti a chiudere al ministero dello Sviluppo Economico. Sono quindi orgoglioso di dire che ce l’abbiamo fatta: stiamo riportando lavoro in Italia!”. 18 ottobre 2021: “Whirlpool conferma la chiusura della procedura di licenziamento collettivo per il sito di Napoli”. Così una nota diffusa alle due del mattino da Whirlpool al termine dell’incontro con i sindacati. (Continua a leggere dopo la foto)

Ecco come il Movimento 5 Stelle, con Di Maio in testa, ha preso in giro migliaia di lavoratori in una delle crisi aziendali più gravi del nostro Paese. La Società mantiene l’impegno a non inviare le lettere di licenziamento fino al 22 ottobre. E conferma gli incentivi all’esodo nella misura di 85.000 euro o il trasferimento di tutti i lavoratori presso l’unità di produzione di Cassinetta di Briadronno in provincia di Varese nonché la disponibilità a proseguire la trattativa per il trasferimento di asset. Lo si legge nella nota. (Continua a leggere dopo la foto)

“Pur riconoscendo gli sforzi profusi dal Governo e dalle Regioni per trovare una soluzione idonea per consentire una nuova missione industriale al sito di Napoli” la società Whirlpool, si legge nella nota, considera “i progetti presentati ancora in una fase non compatibile con le esigenze tempistiche espresse dalla Società”. La Società quindi considera “il procedimento di licenziamento concluso il 15 ottobre senza alcun accordo”. (Continua a leggere dopo la foto)

In una nota congiunta Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil e responsabile elettrodomestico e Rosario Rappa, segretario generale Fiom-Cgil Napoli attaccano l’azienda: “Whirlpool ieri ha scaricato i lavoratori e anche il governo con il suo comportamento irresponsabile, rifiutando qualunque proroga o mediazione e scegliendo quindi di non accompagnare le lavoratrici e i lavoratori verso la soluzione che il governo sta costruendo”.

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