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È fuga dal vaccino: pochissime prime dosi fatte e prenotazioni giù. I nuovi dati

Pubblicato il 29/10/2021 08:29

Mentre il governo continua a dire a reti unificate che la campagna vaccinale è un vero successo e che il cosiddetto “effetto Green pass” è stato un colpo di genio, i dati e i numeri raccontano un’altra realtà. Una realtà che registra una vera e propria fuga dal vaccino con numeri sempre più in calo tra chi deve fare la prima dose di vaccino. Il governo pensa alle terze dosi ma fa finta di non vedere la battuta d’arresto sulle prime dosi. Se c’era stato un trend intorno alle 100-130mila dosi al giorno in questi giorni siamo infatti scesi intorno a 20mila. Una fuga, si diceva. (Continua a leggere dopo la foto)

Come scrive anche TgCom24, “i numeri del monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe confermano la flessione, nell’ultima settimana, delle somministrazioni di vaccino: dal 20 al 26 ottobre sono state in media 152mila al giorno. I dati dicono inoltre che in sette giorni si contano il 53% in meno di nuovi vaccinati, mentre 11 milioni di dosi rimangono in frigorifero. La media giornaliera dei nuovi vaccinati si è ridotta dai 58.260 del 19 ottobre ai 27.601 del 26 ottobre e nell’ultima settimana sono soltanto 193.205 i nuovi vaccinati”. (Continua a leggere dopo la foto)

Se il commissario all’Emergenza Francesco Figliuolo continua a parlare dell’obiettivo 90% di vaccinati in vista dell’immunità di gregge, i numeri fanno pensare che quel traguardo non sia poi così vicino. Per raggiungere il 90% mancano oltre due milioni di persone. E il trend degli ultimi giorni, secondo quanto scrive anche Repubblica, lascia qualche dubbio. Sarebbe dunque questo il clamoroso effetto dell’inasprimento del Green pass? Beh, bel successo! (Continua a leggere dopo la foto)

“Martedì sono state somministrate 21.300 prime dosi, lunedì 23.500 e domenica meno di 11mila. Numeri così non si vedevano dall’inizio della campagna. E, se si andasse avanti a questo ritmo, con 20mila prime dosi al giorno, per arrivare a immunizzare i due milioni di persone rimaste, servirebbero almeno 100 giorni. L’obiettivo 90% quindi potrebbe essere raggiunto solo a febbraio. Il problema è che le cose potrebbero anche andare peggio, dal momento che le prenotazioni di prime dosi sono in continua flessione”.

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