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“Una nuova umiliazione”, la denuncia di Bianchini (movimento imprese Italia)

Pubblicato il 12/04/2022 17:04

“Leggendo i giornali e guardando i telegiornali nazionali, sembra che, improvvisamente, il Paese si sia messo alle spalle i problemi legati alla pandemia e all’emergenza guerra e che ci sia un vero e proprio assalto alle strutture ricettive e ai ristoranti. Leggiamo e ascoltiamo interviste a operatori che parlano di tutto esaurito, di prospettive rosee e quant’altro. Eppure, i prezzi dei generi alimentari continuano a lievitare, quelli dei prodotti energetici sono addirittura esplosi e non è chiaro a nessuno cosa avverrà in estate e in autunno, perché la guerra in Ucraina è tutt’altro che conclusa. Tutto questo ottimismo di facciata, insomma, sembra voler mascherare una situazione di gravissima incertezza, che, come ha denunciato recentemente il presidente di Confindustria, rischia di falcidiare molte imprese”. E’ quanto denuncia Paolo Bianchini, presidente di MIO (Movimento Imprese Ospitalità) Italia, secondo il quale “è vero che, per Pasqua, si annuncia un notevole flusso turistico, con ricadute positive su tutto il comparto horeca, ma è altrettanto vero che, da parte del Governo, non c’è alcuna risposta, per quel che riguarda una reale programmazione della ripartenza, che deve necessariamente tenere conto dei problemi legati al rialzo dei prezzi di materie prime ed energia”.



Bianchini spiega: “E’ necessario sedersi a un tavolo, magari con i ministri dello Sviluppo economico e del Turismo, e affrontare le criticità che rischiano di affossare il nostro settore. Magari abbassando subito l’Iva al 5 per cento, come fondamentale strumento deflattivo. C’è bisogno, insomma, di guardare al futuro, perché il periodo che va da Pasqua al primo maggio durerà due settimane, ma poi dovremo confrontarci nuovamente con la crisi, che tiene a casa gli italiani e che rende deserte le nostre città dopo il tramonto. Dobbiamo intervenire oggi su questi problemi, per poter continuare a lavorare domani: dire che tutto va bene, soltanto per il previsto pienone di Pasqua, è un errore che non possiamo permetterci”.