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Troppi non vaccinati, scuole romane in tilt: l’obbligo voluto dal governo non è servito a niente

Pubblicato il 14/12/2021 14:28

Il Green pass obbligatorio per poter lavorare, altrimenti niente stipendio. Poi addirittura la versione “Super”, che permette di ottenere il certificato virtuale soltanto in caso di vaccinazione o guarigione dal Covid. Tradotto: “Niente più tamponi, cari italiani, vaccinatevi e basta”. Un obbligo mascherato, neanche troppo bene. Che però, numeri alla mano, non ha nemmeno funzionato, come dimostrato dagli allarmi lanciati in questi giorni dalle scuole di Roma.

A partire da mercoledì 15 dicembre, per il personale dei vari istituti scatterà infatti l’obbligo previsto dal decreto legge n.172: insegnanti, bidelli e amministrativi non vaccinati rischiano dovranno adeguarsi alle nuove norme, in caso contrario il rischio è la sospensione dal lavoro e dallo stipendio. Eppure, nonostante una vera e propria imposizione, continuano a mancare all’appello del governo tanti impiegati nel settore: stando alla testata Eventi Avversi, nel Lazio sarebbero 6.100 le persone senza la prima o la seconda dose, 4 mila delle quali nella capitale.

Il segretario Uil Lazio Saverio Pantuso ha lanciato così l’allarme: “Molti si metteranno in malattia, altri invece accetteranno la sospensione dall’incarico e dallo stipendio, con conservazione del posto di lavoro, come prevede la legge. Creando, però, non poche difficoltà ai presidi per trovare i sostituti. Anche perché siamo quasi a Natale e chi accetta una supplenza per pochi giorni?”.

Nel Lazio, come detto, su un totale di circa 80 mila docenti, circa 6.100 non avrebbero completato il ciclo vaccinale. Per legge, in caso di inadempimento sono i presidi a contattare direttamente i lavoratori chiedendo loro di produrre, entro cinque giorni, la documentazione relativa alla vaccinazione, al differimento o all’esenzione. In caso contrario, via libera alla sospensione dall’incarico e dalla retribuzione.

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