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Toccherà agli italiani più poveri pagare il buco nel bilancio. L’ennesima ingiustizia firmata Lega

Pubblicato il 19/04/2022 10:07

Una Milano che viene già descritta da tempo come “la capitale delle diseguaglianze”. E nella quale le persone più sfortunate si troveranno presto a dover contare su ancora meno servizi pubblici, visto l’annuncio del Comune del congelamento di 200 milioni di euro per far fronte al buco sui conti. La sintesi del bilancio previsionale 2022 è questa: il sindaco Beppe Sala ha scelto di far pagare alle fasce più deboli della popolazione i suoi errori. Togliendo, per esempio, 49,7 milioni a welfare e salute, 20 milioni a scuole ed educazione, 16 alla cultura, 24 milioni al settore demanio. E ancora: 15 milioni in mneo alla sicurezza, altri 15 alle risorse umane, 10,5 all’innovazione, 2,7 all’urbanistica e 2 al verde.

Come spiegato da Gianni Barbacetto sulle pagine del Fatto Quotidiano, Sala sarà nei prossimi giorni a Roma per incontrare il ministro dell’Economia Daniele Franco, dopo aver aperto una dura polemica con il governo per i mancati ristori nel 2022. In caso arrivassero nuovi fondi, il primo cittadino si è impegnato a rivedere i tagli, parole che non hanno però rassicurato più di tanto la popolazione. Anche perché dall’opposizione la Lega di Salvini, che insieme al Pd sostiene il governo Draghi, continua a essere protagonista nei di un’opposizione decisamente “soft”, tutt’altro che determinata. Ma da dove viene, di preciso, il clamoroso buco nel bilancio, che potrebbe lievitare fino a 250 milioni? Secondo lo stesso Sala, dalle minori entrare causate dalla pandemia.

L’amministrazione milanese ha infatti parlato di meno biglietti e abbonamenti del trasporto pubblico (480 milioni nel 2019, scesi a 270 nel 2021), oltre che un calo nei voli e dunque minori entrate da Sea, la partecipata del Comune che gestisce gli aeroporti milanesi (in rosso di 128,6 milioni nel 2020 e di 75,1 nel 2021). A calare sarebbero state anche le entrate dalla tassa di soggiorno (i 55 milioni pre Covid sono scesi a 15), con le spese per l’assistenza a famiglie e imprese nel frattempo in crescita (40 milioni).

A peggiorare le cose, nei prossimi mesi inizieranno a pesare sui conti anche il caro energia e l’inflazione. Dovessero essere confermati, i tagli saranno l’ennesimo passo in avanti verso la trasformazione di Milano in una città a due velocità, con i ricchi sempre più ricchi e il resto della popolazione abbandonata a sé stessa. I dati diffusi dal ministero dell’Economia mostrano che negli anni della pandemia i redditi più alti, dai 30 mila euro in su, hanno tenuto o perso pochissimo e i redditi sopra i 60 mila sono addirittura cresciuti. Quelli sotto i 30, invece, sono diminuiti.

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