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Spiagge nel mirino di russi e cinesi. I costi sfratteranno le famiglie italiane

Pubblicato il 12/11/2021 18:11

I canoni per le spiagge sono di pochi migliaia di euro all’anno e questo all’Unione Europea non sta bene: secondo i dati di Legambiente e Nomisma i fatturati delle spiagge supererebbero di 100 volte il canone che i gestori pagherebbero. Sono 115, secondo quanto riport TgCom24, i milioni che lo Stato dovrebbe incassare annualmente di cui 83 effettivamente riscossi. Gli stabilimenti balneari in Italia sarebbero 12.166 che frutterebbero circa 15 miliardi di euro annualmente.

Come sappiamo, la sentenza del Consiglio di Stato si ripromette di liberalizzare le concessioni dal 2024 ma nell’attesa della mappatura delle spiagge e dei lidi in concessione il governo ha alzato il canone annuale minimo, come stabilito dal decreto agosto, salirà infatti a 2.500 euro annui dai 363 precedentemente previsti.

Il timore nient’affatto infondato di molti balneari è che molti non riusciranno a far fronte all’aumento, col rischio che gruppi stranieri, anche russi e cinesi, possano mettere le mani sulle nostre coste. Va da sé che in questa sfortunata ipotesi i prezzi degli stabilimenti potrebbero non rimanere quelli attuali ma andare incontro ad un vertiginoso aumento, tanto da rendere troppo oneroso per la famiglia italiana media anche usufruire della spiaggia dietro casa. Un provvedimento che appare dunque punitivo per i balneari e che non prospetta niente di buono neanche per l’italiano medio e il rapporto che ha da sempre con le sue spiagge.