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Covid, lo studio che boccia Speranza e la cura col paracetamolo: “Aumenta rischio morte”

Pubblicato il 05/10/2021 10:06 - Aggiornato il 07/12/2022 18:44

Imbarazzo totale al ministero della Salute dopo l’ultimo studio pubblicato da due esperti di Roma e di Pavia sulle colonne del “Journal of Medical Virology”. Speranza diceva “vigile attesa e tachipirina” per curare i malati di Covid. Adesso, però, si scopre che quel protocollo anti-Covid è pericolosissimo. La notizia viene pubblicata da La Verità. Il paracetamolo, dunque, incrementerebbe il rischio di ricoveri con polmonite ed esiti infausti, soprattutto tra le persone più anziane. Il gruppo di ricercatori è costituito da esponenti di varie università italiane, coordinati dal neurochirurgo Sergio Pandolfi di Roma e dal professor Giovanni Ricevuti dell’università di Pavia. Cosa si dice? (Continua a leggere dopo la foto)

Il lavoro conferma che la tachipirina aumenta il rischio di evoluzione negativa del Covid. In particolare, riporta La Verità, “l’effetto del paracetamolo è quello di ridurre le scorte di glutatione, una sostanza naturale che agisce come antiossidante. La carenza di questa sostanza può portare a un peggioramento dei danni legati all’infiammazione causata dall’infezione da Coronavirus. Il glutatione è il più importante degli antiossidanti prodotti dal nostro organismo, imprescindibile nella battaglia ai radicali liberi. Una sorta di barriera naturale indispensabile per stare bene, ma che il virus SARS-CoV-2 tende a impoverire”. (Continua a leggere dopo la foto)

Adesso si sarebbe scoperto che la tachipirina la annienterebbe del tutto: “L’uso del paracetamolo per trattare a casa i sintomi lievi del virus, in particolare negli anziani con comorbilità, ha notevolmente aumentato il rischio di ricovero per dispnea da polmonite interstiziale – hanno aggiunto i ricercatori –, accrescendo così l’enorme preoccupazione di affollare le unità di terapia intensiva”. (Continua a leggere dopo la foto)

La Verità ricorda infine che altri due luminari, Piero Sestili e Carmela Fimognari, abbiano studiato l’effetto del paracetamolo sul consumo di glutatione, giungendo alle medesime conclusioni di Pandolfi e Ricevuti, così come fatto da una ricerca condotta dall’istituto indiano di tecnologia di Madras: su 102 pazienti trattati con indometacina nessuno ha mostrato desaturazione, al contrario di chi, invece, è stato curato con paracetamolo (20 su 108).

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