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Situazione critica per metà delle famiglie italiane. Cosa sta succedendo

Pubblicato il 21/10/2021 16:25

Una cosa è certa: questa classe politica ha proprio le fette di salame sugli occhi e le orecchie da mercante. Altro che ripresa, altro che vaccini: la realtà entro la quale ci ritroviamo immersi grazie al governo “dei migliori” è fatta di diritti calpestati, di un pezzo di carta per avere il diritto di circolare liberamente, persino quello di poter lavorare. La realtà costruita dal governo di Super Mario è fatta di aumenti, di benzina, del gas, della luce, delle tasse che poco alla volta rendono ancora più difficile la vita alle famiglie italiane. (Continua dopo la foto)

“La metà degli italiani sta per finire i risparmi” e non lo diciamo così tanto per dire, ma con dati alla mano che fotografano quanto è stato rilevato dall’indagine “Gli italiani e il risparmio”, condotta dall’Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio(Acri) in collaborazione con Ipsos, presentata in occasione della 97esima Giornata Mondiale del Risparmio, che ricorre oggi giovedì 21 ottobre.

Secondo quanto rilevato dal rapporto Acri, che viene riferito dal sito Money.it, nell’ultimo anno è aumentata la quota delle famiglie italiane che ha finito o sta per finire i propri risparmi. La situazione è critica, persino Francesco Profumo, presidente di Acri, lancia l’allarme: «La pandemia ha aumentato le diseguaglianze. 2 milioni di famiglie vivono in assoluta povertà, è il tasso più alto dal 2005». (Continua dopo la foto)

Rispetto al 2020 è aumentata la quota di famiglie che ha fatto ricorso a risorse proprie o a prestiti (il 19% contro il 16% del 2020).  Scende la percentuale di italiani che dichiara di riuscire a mettere denaro da parte senza troppe rinunce, dal 58 al 53%. Con la fine del lockdown e la ripresa dei consumi, il ritorno a uno stile di vita più simile al passato induce il 33% delle persone a vivere il risparmio con meno serenità. Basti pensare che Il 12% si è trovato a fronteggiare la perdita del posto di lavoro o condizioni retributive peggiori (10%).